Continuano le polemiche dopo l’acquisizione di Twitter. E in Italia c’è chi chiede che faccia la stessa fine del patron di Alibaba Jack Ma
Non è un mistero che l’acquisto di Twitter da parte di Elon Musk abbia fatto storcere il naso a più di qualcuno. E non solo negli Stati Uniti, dove il dibattito è particolarmente accesso e coinvolge il mondo della politica, diviso tra i sostenitori del patron di Tesla e chi (come la senatrice dem Elizabeth Warren) considera “pericolosa” per la democrazia americana l’acquisizione del social network ma anche in Italia.
La polemica di Severgnini:
Se “free speech” però vuol dire libertà di insultare, diffamare, minacciare e mentire (in forma anonima, of course), o di sovvertire la democrazia (come ha provato a fare Trump), allora @Twitter non ci interessa più, caro @elonmusk #twittersold pic.twitter.com/J16f9IOj9A
— beppe severgnini (@beppesevergnini) April 26, 2022
Tra i più critici il giornalista liberal Beppe Severgnini, editorialista e vicedirettore del Corriere della Sera, spesso ospite del salotto televisivo di Lilli Gruber. «Spero che anche i miei peggiori critici rimangano su Twitter, perché questo significa libertà di parola», aveva scritto Musk. Un cinguettio che non è andato giù al giornalista. «Se “free speech” però vuol dire libertà di insultare, diffamare, minacciare e mentire (in forma anonima, of course), o di sovvertire la democrazia (come ha provato a fare Trump), allora Twitter non ci interessa più, caro Elon Musk», ha scritto il giornalista.
Il blogger del Fatto e il paragone con la Cina
A rincarare la dose è Luca Ciarrocca, giornalista e scrittore, che dalle colonne del Fattoquotidiano.it, ha scritto un articolo estremamente critico nei confronti dell’operazione condotta da Elon Musk, accusando il miliardario americano di aver comprato Twitter per “pura megalomania”. L’ex direttore di Wall Street Italia si augura che con Musk gli americani si comportino “come i cinesi hanno fatto con Jack Ma. Chi ha avuto buone idee imprenditoriali ma poi all’improvviso vuole controllare il mondo va fermato”. Un paragone shock, se si pensa al destino del patron di Alibaba, il colosso cinese dell’e-commerce, entrato in rotta di collisione col regime comunista di Pechino e poi scomparso.
Il giornalista pubblica un lungo j’accuse contro l’idea che un “singolo individuo possa accumulare tanto denaro”, annovera Musk nel “manipolo di miliardari trumpiani populisti di destra”, critica l’acquisto di Twitter e dice che quei “quarantaquattro miliardi di dollari avrebbero potuto essere utilizzati in ben altro modo”, contrapponendo le scelte del fondatore di SpaceX a quelle di altri miliardari come Bill Gates e Warren Buffett, a suo giudizio impegnati in attività per “migliorare le condizioni di vita di decine di milioni di persone, combattere i virus e le pandemie, investire in scienza e medicina”. Ma per Ciarrocca l’obiettivo del patron di Tesla è uno solo: fare di Twitter “la sua personale piattaforma per condizionare le prossime elezioni per la Casa Bianca del 2024”. Di qui la conclusione del blogger ospitato dalla testata diretta da Peter Gomez: “Tassare i grandi ricchi e, soprattutto, impedirgli di avere voce in politica. Una prece per Jack Ma”.