Domani apre i battenti la conferenza programmatica di FdI a Milano. Il responsabile Ambiente ed energia Procaccini spiega le proposte del partito
La diversificazione delle fonti di approvvigionamento, l’indipendenza energetica e l’impatto della guerra in Ucraina sul tessuto produttivo italiano saranno tra i temi al centro della conferenza programmatica di Fratelli d’Italia, che prenderà il via domani al MiCo di Milano. Argomenti riassunti anche nel titolo della convention (“Italia, energia da liberare”) e che saranno tra i fili conduttori della kermesse.
Nei circa 28 mila metri quadrati della location sono attesi 4627 delegati di FdI tra parlamentari, dirigenti e amministratori locali. Previste oltre 70 ore di lavoro, articolate in 18 gruppi di lavoro tematici, assemblee plenarie e interventi di ‘testimonial’ d’eccezione dal palco. Tra gli ospiti attesi l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti, il filosofo e presidente emerito del Senato Marcello Pera, l’ad e dg di Terna Stefano Donnarumma, l’ambasciatore e già Alto rappresentante civile della Nato in Afghanistan Stefano Pontecorvo, l’economista Cesare Pozzi, l’ex procuratore aggiunto di Venezia Carlo Nordio, il presidente della Fondazione Hume Luca Ricolfi, l’imprenditore Matteo Zoppas, il giornalista Paolo Del Debbio, il vicepresidente del Centro studi Livatino Alfredo Mantovano e il presidente dell’AIAD Guido Crosetto.
Centrale il confronto sui temi dell’energia, anche alla luce degli ultimi sviluppi internazionali e dell’ultimatum lanciato dal presidente della Federazione Russa Putin sul pagamento in rubli delle forniture di gas. Ad anticipare alcuni contenuti della kermesse l’eurodeputato di FdI e responsabile Ambiente ed energia del partito, Nicola Procaccini. In un’intervista al Sole24Ore, l’esponente del partito guidato da Giorgia Meloni ha sottolineato come l’Italia abbia “un tesoro energetico non sfruttato in grado di renderci autonomi invece di affidarci a viaggi della speranza sostituendo il gas e il petrolio russo con quello di Paesi non certo più stabili e democratici”.
Procaccini ha poi rimarcato le contraddizioni del governo Draghi, che a suo avviso dice di “voler correre” ma che “poche settimane fa ha dato il via libera al Piano nazionale per le estrazioni, il cosiddetto Pitesai avviato dal Conte I, che impedisce di fatto l’estrazione di gas definendo “non idonee” tutte le migliori aree estrattive italiane, a partire da quelle nell’Adriatico da cui attingono, ed è davvero paradossale, i paesi costieri di fronte a noi come la Croazia”. Poi l’affondo sulle posizioni interne alla maggioranza che sostiene l’ex governatore della Bce a Palazzo Chigi. “Ci sono poi i meri interessi elettorali”, incalza Procaccini. “In Puglia la guerra al Tap ci poteva costare caro: senza quei pochi metri di tubo rischieremmo di non poter domani accendere neppure i fornelli”.
Sull’ipotesi di un embargo al gas russo, l’europarlamentare di FdI sottolinea come le sanzioni siano “la risposta diplomatica più forte al posto della guerra” ma che è necessario che gli alleati dell’Italia “tengano conto” dei danni che provocano all’economia italiana ed europea. “Vale per il prezzo del gas liquido made in Usa così come per gli aiuti da Bruxelles per sostenere i settori produttivi più colpiti”, ha aggiunto Procaccini. Per il responsabile Ambiente ed energia di FdI serve un mix di interventi per uscire dalla crisi energetica. “Puntare sulle rinnovabili in modo deciso, a partire da eolico e fotovoltaico ma anche idroelettrico e geotermico e nel frattempo aumentare la produzione interna grazie ai fossili, a partire dal gas”, spiega Procaccini. “Allo stesso tempo dobbiamo recuperare anche sulla produzione di batterie per le quali dipendiamo quasi interamente dalla Cina e, altro paradosso, nonostante i giacimenti di litio in Italia la cui estrazione è stata affidata ad aziende tedesche e australiane”, aggiunge.