Per molti tifosi Inzaghi avrebbe dovuto impiegarlo di più, per altri invece è crollato: anche Dzeko divide la tifoseria.
La tifoseria si spacca, così come è successo alla squadra dopo un errore, quello di Radu, che rischia di cambiare radicalmente il campionato e il progetto nerazzurro. Commentare il retropassaggio errato del portiere è la prima reazione spontanea per i sostenitori nerazzurri.
Smaltita la rabbia però, subentra la delusione, e l’analisi diventa più lucida. Sul banco degli imputati per molti finisce Inzaghi. Per altri il tecnico non ha invece le stesse armi messe a disposizione di Conte. Inevitabile quindi puntare il dito contro gli attaccanti. Lautaro ieri non ha inciso, Correa resta al palo con numeri che non soddisfano, e neanche l’ingresso di Dzeko e Sanchez è servito a cambiare la partita.
Anche il bosniaco finisce quindi nel calderone. Per tanti tifosi meritava una maglia da titolare in un confronto con Medel il cui il centrale del Bologna di sicuro avrebbe pagato il confronto fisico. Altri invece ricordano le grandi prestazioni del centrale contro Giroud e Vlahovic, sottolineando che dopo un avvio scandito da grandi numeri e giocate, è Dzeko ad essersi spento. Critiche quindi, ma anche una osservazione ricorrente su una squadra che ha perso Lukaku dopo un’annata da 24 gol, e quella cifra, Dzeko, Sanchez e Correa non sono riuscita a metterla insieme in campionato.
Contraddizioni. Emerse forse dalla rabbia, di sicuro dalla delusione in un match che avrebbe potuto rendere l’Inter ancora di più padrona del suo destino e invece consente al Milan di vincere lo Scudetto con 3 successi e un pareggio in questo incredibile rush finale. Contraddizioni dicevamo, quelle di un ambiente in cui per molti Dzeko è stato il colpo giusto al prezzo giusto in un momento delicato.
Quel rendimento continuo e di gran livello del bosniaco però si è pian piano trasformato in lunghe soste. In molti hanno sottolineato la difficoltà nel trovare varchi contro il Bologna, la necessità di un centravanti puro, soprattutto quando è alto 193 centimetri, e chi lo marca, Medel, non fa dell’altezza la sua arma migliore. Anche Inzaghi finisce quindi sul banco degli imputati per alcune scelte. Da Dimarco a Correa, e ancora Sanchez.
E’ l’attacco il reparto più criticato, e sembra di tornare al punto di partenza, quando l’addio di Lukaku era un brutto presagio. Non tutto però è finito, e alcuni tifosi lo ricordano. In quattro partite tutto può ancora accadere nel campionato più combattuto e strano degli ultimi dieci anni, ma la sensazione è che appena finirà ci sarà una soluzione comune. E’ tutta in un mercato che per tante squadre diventa ora una necessità, magari per l’Inter con un pensierino proprio a Lukaku, scontento al Chelsea e forse pentito della sua scelta.