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L’Eni paga il gas in Rubli? Putin gongola, i dubbi dell’Italia

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Paolo Colantoni

Secondo le ultime notizie l’Eni sarebbe pronta ad aprire un conto in rubli presso la Gazprombank. 

La battaglia sul gas entra nel vivo. Mentre l’Italia cerca di trovare soluzioni alternative al gas russo, ratificando accordi commerciali con altri partner (Algeria, Congo in primis), sta per scadere l’ultimatum imposto da Putin sul pagamento in rubli delle proprie forniture. Il modo per dare più forza alla moneta russa ed eliminare i problemi derivati dalle forti sanzioni economiche imposte.

Come si comporterà l’Europa, e di conseguenza anche l’Italia di fronte alle scadenze imposte dalla Russia?La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha invitato le aziende a non piegarsi alle richieste della Russia, affermando che il meccanismo predisposto dal Cremlino comporterebbe una violazione delle sanzioni. Ma allo stesso tempo Bruxelles ha però dato l’ok all’apertura dei conti presso Gazprombank. Un segnale chiaro, che lascia intendere che, al di la delle dichiarazioni di facciata, il segnale tracciato è abbastanza netto.

E di fronte a questo scenario cosa farà l’Eni? Esattamente un mese fa, il 28 marzo l’amministratore delegato della società Claudio Descalzi dichiarò:  “L’Eni non pagherà il gas russo in rubli. Eni non ha rubli; i contratti prevedono il pagamento del carburante in euro e i contratti dovrebbero essere modificati per cambiare i termini. L’Europa dovrebbe guardare all’Africa per più forniture di gas. La richiesta della Russia di esportare il suo gas naturale essere pagato in rubli è un problema per i mercati energetici perché sta causando volatilità nei prezzi ed è molto difficile pagare quella valuta”. Ma sarà proprio così? 

La scelta dell’Eni

Secondo quanto scritto dall’agenzia Bloomberg, che cita fonti interne, il gruppo Eni si starebbe preparando ad aprire conti in rubli presso Gazprombank Jsc, consentendole di aderire alle richieste di Mosca che prevedono un meccanismo di conversione in rubli dei soldi pagati per acquistare il gas. Si tratterebbe di una mossa preventiva, in attesa che governo italiano e autorità europee forniscano maggiori indicazioni sulla possibilità e le condizioni per utilizzare i conti per acquistare gas russo. E’ chiaro che, nel caso in cui queste indiscrezioni venissero confermate, Putin metterebbe a segno una rete fondamentale, se non decisiva, dal punto di vista economico, rafforzando ulteriormente la sua posizione e mettendo in scacco i Paesi che oggi lo sanzionano.

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Paolo Colantoni