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Raiola: “Mi hanno fatto morire per la seconda volta in 4 mesi”

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Paolo Colantoni

Il manager scherza sul suo profilo Twitter, smentendo le notizie sulla sua scomparsa: “Sono inca**ato”, ha scritto

Mino Raiola è morto. Anzi, no. Il clamoroso susseguirsi di notizie e indiscrezioni sullo stato di salute del manager ha animato il primo pomeriggio di giovedì 28 aprile. Un turbinio di news, indiscrezioni, commenti e lanci di agenzie che si smentivano clamorosamente. Dalle prime news che arrivavano dalla Germania ai Tweet dei profili ufficiali dei più importanti telegiornali nazionali.

Mino Raiola (Ansa)

Tutti convinti che il manager fosse morto. Ma mentre i notiziari lanciavano la notizia della sua scomparsa con titoli ad effetto, in ospedale Raiola continuava a lottare, sotto le cure del dottor Zangrillo. “Sono indignato dalle telefonate di pseudo giornalisti che speculano sulla vita di un uomo che sta combattendo”. ha dichiarato il medico, Direttore U.O di Anestesia e rianimazione generale e cardio -toraco-vascolare , IRCCS Ospedale San Raffaele, a proposito delle voci relative alla scomparsa del procuratore Mino Raiola. La conferma è arrivata anche da José Fortes Rodriguez, socio del procuratore italo-olandese: “è in una brutta situazione ma non è morto”, ha dichiarato all’emittente olandese Nos Sport.

Pochi minuti dopo, mentre qualche giornale faceva retromarcia, è arrivato anche il tweet del diretto interessato. “Stato di salute attuale per chi se lo chiede: incazzato la seconda volta in 4 mesi mi uccidono. Sembrano anche in grado di rianimare”, ha scritto Raiola sul suo profilo Twitter ufficiale.

Raiola è uno dei manager più famosi. Nella sua scuderia figurano fuoriclasse di livello assoluto: Erling Haaland, Matthijs de Ligt, Gianluigi Donnarumma, Paul Pogba, Marco Verratti, Zlatan Ibrahimovic e Stefan De Vrij. Raiola ha anche legato il suo nome a Mario Balotelli: ne ha curato i passaggi al Milan, al Manchester City e i vari trasferimenti in Europa. Nel nostro campionato militano anche Romagnoli, Dumfries, Kean, Mkhitaryan, Luca Pellegrini, Patric  e Lozano, mentre fanno parte della sua scuderia anche Gravenberch, Kluivert e Stengs.

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Paolo Colantoni