Assegnato il cognome materno a un minore: prima volta in Italia

Negli ultimi minuti è arrivata la notizia del primo caso che riguarda l’assegnazione del cognome materno nei confronti di un minore: si tratta della prima volta in Italia

Decisione importante del tribunale di Pesaro
Decisione storica del Tribunale di Pesaro (Ansa Foto)

Un fatto storico, comunque la si voglia vedere. Ci troviamo nelle Marche, precisamente a Pesaro, dove il Tribunale della città ha assegnato il cognome materno a un minore. Si tratta della prima volta in Italia dopo che la Corte Costituzionale ha dato il suo ‘via libera’. Dall’annuncio ufficiale dello stop all’automatismo sul cognome paterno ai figli e che bisogna metterlo ad entrambi, adesso si è passato direttamente ai fatti.

Nella giornata di ieri una madre aveva presentato ricorso che chiedeva il riconoscimento del proprio cognome al figlio, anche se il padre non era per nulla d’accordo in merito a questa decisione. Adesso il piccolo possiede il doppio cognome. Come riportato in precedenza si tratta del primo caso nel nostro paese. Lo stesso Tribunale marchigiano ha ordinato all’Ufficiale dello Stato civile del Comune dove risiede il minore la modifica dello stato di nascita, aggiungendo anche il cognome della madre.

Italia, assegnato cognome materno a minore: primo caso a Pesaro

Tribunale madre condannata Texas
Tribunale (Ansa Foto)

Anche se questa battaglia non è iniziata solamente nelle ultime ore, ma da quasi venti anni. I primi furono una coppia di coniugi: Luigi Fazzo e Alessandra Cusan. La coppia avrebbe voluto assegnare il cognome dei propri figli a quello della madre. Una richiesta che è sempre stata rifiutata dal loro tribunale.

Tanto è vero che nel 2006 si fece avanti anche la Corte Costituzionale: chiesero al Parlamento di intervenire senza, però, cassare la norma “ingiusta” (a differenza di quello che è capitato nella giornata di oggi). Visto che la situazione nel nostro paese non si sbloccava, questa vicenda è andata avanti per le lunghe ed è arrivata addirittura alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Nel 2014 il Tribunale di Strasburgo ha dato ragione ai coniugi ed ha condannato l’Italia.

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