Anche un gigante dell’e-commerce può andare in affanno: la fine generale del lockdown e la guerra hanno fatto rallentare i guadagni
Passata la sbornia del lockdown, che per il settore dell‘e-commerce ha voluto dire un volume d’affari incredibile, ora arriva la crisi dovuta alla guerra e anche un gigante come Amazon deve cominciare a fare i conti con il segno meno.
Jeff Bezos resterà comunque l’uomo più ricco al mondo, ma dopo 7 anni, ha visto i numeri dei guadagni del suo gigante del commercio elettronico, segnare per la prima volta un segno negativo. Rallentano gli incassi che faticano a coprire i maggiori costi. Allarma il dato sul flusso di casa che segna un meno 18,6 miliardi nei 12 mesi conclusi a marzo contro un flusso positivo di 26 miliardi nello stesso periodo dell’anno prima.
Dopo sette anni è arrivato anche per Amazon il primo trimestre in rosso, che ha chiuso il periodo gennaio-marzo 2022 con un rosso di 3,8 miliardi di dollari, circa 3,6 miliardi di euro, contro gli 8 miliardi di profitto che avevano caratterizzato lo stesso periodo del 2021. Ed è allarmante pensare che il risultato sarebbe stato ancora peggiore se nel bilancio non comparisse anche un credito di imposta di oltre un miliardo di dollari. Bezos ha visto ridursi il valore di 13 miliardi di dollari della sua partecipazione, in poco tempo.
Nonostante i ricavi sia comunque saliti, visto che sono passati da 108 a 116 miliardi di dollari, a mandare in sofferenza il bilancio sono stati i costi notevolmente aumentati. Infatti questi sono passati da 99 a 112 miliardi di dollari, soprattutto trainati dal segno negativo del disavanzo arrivato dagli Stati Uniti, passati da 60 a 70 miliardi di dollari. La guerra ha portato ad un rialzo importante del prezzo del carburante che è andato ad incidere sul l’effettivo costo delle consegne senza dimenticare che, durante il lockdown, per soddisfare l’enorme aumento di richieste di consegne, Amazon ha assunto 780mila persone negli ultimi due anni, per far fronte al boom delle vendite on line.