Alcune donne ucraine sono state ospiti della puntata di âPorta a Portaâ dove hanno raccontato quello che stanno vivendo i loro uomini del âBattaglione Azovâ, intrappolati da giorni e con le scorte di cibo, acqua e munizioni che stanno per terminare â VIDEO
Ospiti della puntata di âPorta a Portaâ, programma condotto da Bruno Vespa su Rai 1, alcune mogli di combattenti del reggimento Azov. Hanno raccontato come stanno vivendo, questi giorni, i loro uomini che si trovano allâinterno dellâacciaieria sotto controllo dallâesercito russo. Una di loro ha voluto allontanare, per sempre, lâetichetta di chi li definisce nazisti. Ci ha tenuto a precisare che per loro si stanno comportando piĂš da partigiani. Non solo: una di loro ha aggiunto anche che pur di sposare un soldato ha rinunciato anche ad avere un figlio. Alcune di loro continuano ad avere minacce social dalla Russia. Per una delle donne Azov non è assolutamente un âbattaglioneâ, ma un âreggimentoâ.
Hanno parlato anche altre mogli. Una di loro ha riferito allâAnsa che ha parlato con suo marito che le ha mentito, ma solamente a fin di bene: âDice che stanno bene, ma so che non è vero. Stanno finendo il cibo, acqua e munizioni. Si deve fare qualcosa prestoâ. Alcune di loro, invece, hanno deciso di raggiungere Kiev per manifestare: la loro richiesta è quella di far evacuare i civili e i feriti e di salvare i loro uomini intrappolati e senza munizioni. Cantano lâinno, indossano fieri la bandiera del loro paese e chiedono aiuto a Biden, Macron e a vertici alti di altri paesi affinchĂŠ diano una mano ed esaudiscano le loro richieste.
Queste, infine, sono le parole di Kateryna Prokopenko che parla di suo marito, Denis Prokopenko, che si trova appunto intrappolato: âUna persona dâonore. La mia roccia, lui incarna tutte le caratteristiche positive possibili per un uomo.
Non câè una persona che possa dire una parola brutta contro di lui. Ă la persona piĂš bella al mondo per me. Siamo abituati al fango che ci gettano dalla Russia, ma non vogliamo essere riportare nel loro ovile e compiacere le loro mire imperialisteâ.
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