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Esteri

Usa, proteste contro il board anti-fake news avviato da Biden: “È distopico”

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Francesco Gnagni

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dato vita a un comitato di “controllo della disinformazione”, che in vista delle elezioni sta però suscitando non poche polemiche per il suo sapore “orwelliano”. 

(Ansa)

L’amministrazione del presidente Usa ha infatti istituito il Disinformation Governance Board, un “Consiglio per il controllo della disinformazione” a cui si conferisce il compito di monitorare l’informazione americano prevenendo la diffusione di “fake news”, in particolare attraverso i social e con una certa attenzione su specifiche tematiche come immigrazione, minoranze etniche e Russia. Lo riporta il sito del settimanale cattolico Tempi.

Come al solito, però, il tema delle fake news centra un ambito piuttosto controverso, che sovrappone propaganda politica alla libertà di informazione, e che soprattutto divide fortemente l’opinione pubblica in due fazioni contrapposte. Come ha dimostrato in passato la presidenza di Donald Trump, e tutte le polemiche che l’hanno accompagnata per tutti i quattro anni, ma che oggi è rovente più che mai dopo l’acquisizione di Twitter da parte di una figura come Elon Musk. Una scelta, quella di mettere le mani sul social dell’uccellino azzurro, alla cui base ci sarebbe proprio la difesa del patron di Tesla e Neuralink della libertà di informazione in rete.

La scelta di Biden fa scoppiare le proteste

Anche stavolta, a protestare sono stati fin da subito membri della Camera dei rappresentanti e candidati repubblicani alle elezioni di novembre. Ma in questo caso la questione è molto più ampio, e anche il relativo dibattito si infiamma, visto che la scelta del presidente Biden stavolta ha un sapore a dir poco “orwelliano”, di un Grande Fratello che controlla cosa sia giusto e cosa sia al contrario sbagliato pubblicare in rete. Il problema è che a decidere quale sia il discrimine resta pur sempre il governo americano, minando pesantemente la libertà di esprimere il proprio pensiero.

(Ansa)

Tra le ragioni delle proteste da parte repubblicana c’è poi innanzitutto l’ammissione di Biden del fatto che la struttura è stata creata appositamente per le prossime elezioni di mid-term, che attualmente vedono in testa i repubblicani e Biden sotto a rincorrerli. Poi perché a capo della stessa è stata messa Nina Jankowicz, un’esperta di disinformazione russa e ricercatrice del National Democratic Institute nota per avere definito le notizie riguardanti il figlio di Biden Hunter come “fake news”, quando poi si sono rivelate realtà piuttosto scottanti legate ai suoi interessi in Ucraina.

Così, tra le varie polemiche che si rincorrono l’una dietro l’altro, c’è chi non ha esitato a definire la nuova creazione di Biden alla stregua di una notizia “distopica”, da film di fantascienza che nessuno si auspica di vedere concretizzato in realtà, in quanto portatrice di una proclamata verità unica al soldo degli interessi del governo e del partito democratico. Una discussione più calda che mai.

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Francesco Gnagni