Il filosofo ed ex presidente del Senato tra gli ospiti d’onore della convention organizzata da Giorgia Meloni a Milano. Cosa ha detto dal palco di FdI
Una standing ovation ha accolto il presidente emerito del Senato Marcello Pera alla conferenza programmatica di Fratelli d’Italia a Milano. Il filosofo, già ordinario di Filosofia della scienza all’Università di Pisa, ha infiammato la platea dei delegati del partito presieduto da Giorgia Meloni. Europa, identità, conservatorismo, valori non negoziabili e futuro del Vecchio Continente: l’ex seconda carica dello Stato ha passato in rassegna alcuni dei temi più cari al mondo della destra italiana e ha stilato alcune priorità programmatiche, senza dimenticare la stretta attualità, a partire dalla guerra in Ucraina.
“Senza identità siamo terra di conquista”
Per Pera, questa conferenza programmatica è un “appuntamento importante per tre ragioni. La prima: è importante per Fratelli d’Italia, perché definisce una base programmatica in vista di una possibile assunzione di una responsabilità di governo. È importante per l’intera alleanza di centrodestra ed è importante per l’Italia intera perché qui, in questi giorni, di discute e si dibatte su un soggetto politico che finora ha avuto poca rappresentazione nella storia italiana ma che ha padri illustri. Parliamo del partito dei conservatori, una grande novità per la politica italiana”. L’ex presidente del Senato ha poi delineato l’identità dei conservatori. “Il conservatore è un signore diffidente su qualunque disegno la politica voglia imporre alla società. Ama l’autonomia della società e rifugge l’idea dei piani calati dall’alto”, ha ragionato Pera. “Il conservatore è guidato da un principio: accogliere tutte le novità purché queste siano compatibili con quel tesoro di principi, valori e stili di vita che fanno parte della tradizione nella quale siamo cresciuti. Senza la tradizione non abbiamo i principi per orientarci, senza principi siamo senza identità, senza identità diventiamo terra di conquista. Non nasciamo in un deserto e chi siamo lo dobbiamo alla nostra tradizione”.
Il disegno di Putin sull’Europa
Il filosofo ha poi parlato di Europa, del suo passato e del suo futuro. Citando i tre padri fondatori del processo di integrazione europea – Robert Schuman, Konrad Adenauer e Alcide De Gasperi -, Pera ha toccato quella che lui ha definito la “questione dell’anima” dell’Europa. E qui è stato immediato il collegamento con l’attualità e la crisi internazionale legata alla guerra d’aggressione del Cremlino ai danni di Kiev. “I padri fondatori avevano chiarissimo che l’identità dell’Europa era una identità cristiana. Abbiamo così tanto combattuto l’identità cristiana europea, abbiamo così tanto introdotto laicismo e secolarismo, che il presidente della Federazione Russa Putin ha pensato che fosse terra sconsacrata e che fosse facile conquistarla con due carri armati. Dobbiamo sconfiggere questo disegno. Putin vuole di più, ce lo ha detto: vuole l’Occidente, vuole la nostra anima. È qui che nasce il conservatore, che dice no, che crede nell’anima cristiana europea e che quella debba essere la nostra identità”. E poi il riferimento ai temi etici, con una proposta rivolta a FdI. “Voglio fare un appello a Giorgia Meloni: sarebbe opportuno modificare i trattati europei, introducendo una riserva di legge nazionale per quanto riguarda la legislazione etica. Deve essere esclusiva degli Stati nazionali, non del diritto comunitario”, ha s. Abbiamo il diritto di conservare la nostra tradizione: è sbagliato pensare che quattro burocrati di Bruxelles possano fare meglio di noi. Difendiamo questa prerogativa”. Il ragionamento del filosofo si è poi spostato sulle riforme costituzionali: Pera ha rilanciato la proposta per la revisione in senso presidenzialista dello Stato e ha chiesto il coinvolgimento del popolo nella stesura della nuova Carta fondamentale, attraverso l’elezione di un’assemblea costituente. Un intervento applauditissimo dalla platea, tanto che al termine dell’intervento la platea dei delegati di FdI ha tributato una seconda standing ovation all’ex presidente del Senato.