L’ex direttore sportivo di Milan e Barcellona, ora dg della Cremonese, elogia la carriera dell’agente scomparso in esclusiva a notizie.com: “Trattava tutti i suoi calciatori come campioni, li difendeva fino alla morte”.
L’espressione ricorrente utilizzata da chiunque abbia avuto a che fare con lui: “Era tosto, ma un grandissimo professionista!”. Ariedo Braida, contattato in esclusiva da notizie.com, ricorda con affetto Mino Raiola e l’ottimo rapporto instaurato nel corso della sua carriera.
“Potevi anche discuterci, ma è stato un grande nel suo lavoro. Spesso si dicono delle banalità, lui lo ha dimostrato coi fatti di essere stato uno dei più grandi agenti della storia del calcio”. Tra le capacità del procuratore quella di sfruttare al massimo i propri assistiti: “Aveva grande bravura, sapeva sempre che tipo di giocatori in mano. Sapendo di difendere gli interessi di calciatori di valore, riusciva costantemente a valorizzarli al meglio”. C’è di più, stando alle parole dell’ex direttore sportivo di Milan e Barcellona: “Non solo, Mino trattava da campioni tutti quelli che facevano parte della sua scuderia. Qualcuno lo era, qualcun altro no, ma lui trattava tutti allo stesso modo. Li difendeva fino alla morte”.
Tra i ricordi più belli i viaggi insieme e un regalo speciale: “Buon rapporto con lui? No, era ottimo! Abbiamo fatto lunghi viaggi insieme in macchina, si chiacchierava spesso dei suoi giocatori. Lui era così, ti faceva vedere un ragazzo, un suo assistito, e ti chiedeva un parere. Un esempio è quello di Rodrigo Ely (portato nel settore giovanile del Milan nel 2010 e ora all’Almeria, ndr)”. Ecco il pensiero inaspettato: “20-25 anni fa Mino mi regalò un mio autoritratto, non so da chi lo fece realizzare, ma ancora lo conservo gelosamente. Un dono che mi fece veramente piacere, anche perché nel quadro ero molto più bello rispetto alla realtà…”. Insomma, da un altro punto di vista ha valorizzato pure Braida.