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Reportage, ecco come affrontano il Covid in Inghilterra – VIDEO

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Marco Ercole

La redazione di Notizie.com è volata a Londra e Southampton per documentare con dei video esclusivi il modo in cui il Paese britannico si sta comportando in relazione al Covid-19 negli ambiti dei trasporti, dei grandi eventi, della ristorazione, dei centri commerciali e delle chiese

Se ancora oggi in Italia si discute su green pass, obbligo vaccinale, quarta dose e mascherine, Oltremanica questi temi sono stati superati del tutto da tempo, precisamente dal “tana libera tutti” dello scorso gennaio, quando sono stati rimossi definitivamente l’NHS Covid Pass (il loro certificato verde, che comunque era necessario esclusivamente per l’ingresso negli stadi e ai concerti) e l’obbligo di indossare le mascherine nei luoghi chiusi, scuole secondarie comprese. Anche prima in realtà non è che le situazioni fossero comunque paragonabili, visto che per ottenere il famoso “green pass” in Inghilterra era sufficiente sottoporsi autonomamente a un test antigenico (va da sé che la procedura fosse facilmente aggirabile o falsificabile).

Il centro commerciale Harrods di Londra (Notizie.com)

In sostanza la decisione del governo britannico è stata quasi sempre (a eccezione delle prime fasi della pandemia contraddistinte dal lockdown come in tutto il resto del mondo) all’insegna della coscienza e del “common sense” dei cittadini, lasciati liberi di decidere cosa fosse meglio per loro e per il prossimo, rimuovendo gradualmente pure le notizie riguardanti questo argomento da telegiornali e tutti gli altri mezzi di informazione.

Come l’Inghilterra affronta il Covid-19

Una delle stazioni dei treni di Londra (Notizie.com)

A scanso di equivoci, senza voler entrare nel merito di chi abbia fatto meglio o peggio e rispettando l’opinione di tutti su un tema così delicato, l’unico fine di questo video reportage è quello di documentare come l’Inghilterra stia convivendo oggi con il Covid-19, considerando pure che i numeri della pandemia dei due differenti Paesi in fondo sono molto simili: oltre 16,2 milioni di casi nel nostro da febbraio 2020, per un totale di circa 163mila decessi, contro le 18,1 milioni di positività complessive nella nazione più grande del Regno Unito, a fronte di 151mila morti.

Dei dati che di certo l’Inghilterra ha registrato affrontando la problematica da un’altra prospettiva rispetto a quella italiana, soprattutto nell’ultimo periodo. E questo lo abbiamo visto osservando in particolare norme e comportamenti all’interno di mezzi pubblici, ristoranti, chiese, centri commerciali e grandi eventi sportivi. In due giorni trascorsi in Inghilterra (dove per entrare non occorre niente, né la dimostrazione di essere vaccinati, né il risultato negativo di un tampone, né il certificato di avvenuta guarigione), la redazione di Notizie.com ha girato per le strade di Londra e di Southampton, partecipando a due eventi sportivi e vivendo la realtà cittadina.

Trasporti

Le insegne all’interno delle stazioni della metropolitana in cui viene raccomandato di continuare a indossare la mascherina (Notizie.com)

Dall’aeroporto alla ferrovia, passando per la metropolitana, l’unica volta che è stato richiesto il certificato verde è stato in Italia, quando siamo partiti da Roma Fiumicino alla volta di Londra Gatwick. Nel momento in cui siamo scesi dall’aereo e abbiamo iniziato a muoverci su treni e metropolitane inglesi, non c’è più stato nessun controllo del Green Pass, né tantomeno è stato obbligatorio l’utilizzo della mascherina: solamente all’interno della metropolitana di Londra è segnalato con delle insegne che il sindaco della Capitale inglese raccomanda a tutti di continuare a indossarla sui vagoni, senza abbassare la guardia.

In ogni caso non si tratta di un vero divieto dal momento che non vi sono sanzioni per chi non la indossa. Di conseguenza, come potrete vedere anche nel video qui di seguito, la proporzione di persone che (per loro scelta) hanno deciso di tenere il dispositivo di protezione è decisamente bassa rispetto alla stragrande maggioranza che invece l’ha fatto diventare solamente un ricordo.

Chiese, hotel, ristoranti e centri commerciali

L’interno del centro commerciale Harrods a Londra (Notizie.com)

Nessun tipo di obbligo nemmeno nelle chiese, come si può vedere dal nostro tour all’interno di quella londinese per eccellenza, Westminster Abbey: nella famosa abbazia reale, l’unica volta che occorre fermarsi è per mettersi in fila e pagare il biglietto d’ingresso (o mostrare la ricevuta del pagamento effettuato online). Una volta dentro, si è liberi di girare per l’intera struttura senza dover indossare dispositivi di protezione o esibendo certificati verdi.

Anche per quanto riguarda hotel, bar, pub e ristoranti (ma di questo ne parliamo meglio con l’intervista realizzata con Igor, il proprietario del locale “Rossodisera”), ovviamente, nessun tipo di limitazione. Si può entrare liberamente (negli alberghi al massimo viene chiesto il documento), sedersi ai tavoli senza limiti di assembramenti e alcun controllo o mascherina, sia all’aperto che al chiuso.

Il discorso vale pure per i centri commerciali, come conferma il nostro giro turistico per i corridoi di Harrods (ma anche della O2 Arena): varcando le porte della struttura nel cuore di Londra, ormai diventata un’attrazione turistica alla pari del Big Ben, non occorre esibire niente, né tenere il volto coperto da una mascherina. Medesimo ragionamento per gli ingressi all’interno dei vari negozi (di qualsiasi genere essi siano, dall’alimentazione all’alta moda, come conferma il suo celebre detto “dallo spillo all’elefante”), aperti al pubblico regolarmente e senza alcun vincolo.

Grandi eventi sportivi

La O2 Arena a Londra (Notizie.com)

Zero restrizioni, zero controlli, zero raccomandazioni o imposizioni. Prima di tutto siamo entrati all’interno della O2 Arena per assistere alla tappa londinese dei Live Event della World Wrestling Entertainment nel suo tour europeo. Il palazzetto era completamente esaurito, senza disposizioni a scacchiera o limiti alla capienza massima. E per entrare l’unico controllo è consistito nel passare attraverso il metal detector.

Quando siamo usciti da Londra, per vedere se la stessa esperienza valesse anche fuori dalla Capitale, abbiamo ottenuto poi la conferma. A Southampton, per il match di Premier League (l’equivalente della Serie A italiana) tra i Saints e il Crystal Palace, l’ingresso al St. Mary’s Stadium è stato vincolato solo al controllo del contenuto di eventuali buste o borse. Una volta ottenuto (in modo molto rapido) l’ok degli steward preposti, è stato sufficiente passare autonomamente il codice del nostro biglietto al tornello per entrare e goderci la partita, in uno stadio meraviglioso quasi completamente esaurito e praticamente (salvo pochissime eccezioni) occupato da sole persone senza mascherine. D’altronde, a differenza di quanto accade a Londra, a Southamtpon non c’è nemmeno la raccomandazione di indossarla sui mezzi pubblici.

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