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Cronaca

1 maggio, manifesti provocatori contro sfruttamento del lavoro – FOTO

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Cristiano

Durante la giornata del 1 maggio in una città siciliana sono stati affissi dei manifesti molto provocatori contro lo sfruttamento del lavoro – FOTO

Proteste contro lo sfruttamento del lavoro (Ansa Foto)

Se a Roma hanno tenuto (dopo due anni di assenza con il pubblico) il concerto del 1 maggio per sostenere il mondo del lavoro (ed anche per quello che si sta verificando in Ucraina per via della guerra), in una città siciliana hanno voluto “festeggiare” questa giornata in un modo del tutto provocatorio. Ci troviamo in provincia di Messina, precisamente a Lipari, dove in alcune zone della città sono stati affissi dei manifesti piuttosto provocatori contro lo sfruttamento del lavoro.

Il centro storico di Lipari è stato letteralmente sommerso da questi manifesti, con colore giallo e nero, con un titolo che è tutto un programma: “Cercasi schiavo per lavoro“. “Per la stagione estiva 800 euro al mese, 10 ore al giorno, no Tfr. Contratto irregolare o stipendio a nero. Giorno libero? Ah ah. Gli interessati sono invitati a confrontarsi con i loro colleghi, ad attivare solidarietà, a organizzarsi e a far valere i propri diritti. Buon 1° Maggio“.

1 maggio, a Lipari manifesti contro sfruttamento lavoro – FOTO


Oramai sui social network non si sta parlando d’altro. Tantissimi sono i post che stanno girando sul web con queste foto di manifesti. A quanto pare, però, non si tratta della prima volta che si verifica un episodio del genere nel nostro paese per dare un segnale contro lo sfruttamento del mondo del lavoro. Già anni prima era stato lanciato da “Schiavi in riviera” (in Emilia Romagna).

Una provocazione che, però, non è stata ben digerita dal presidente di Assoimprese delle Eolie, Maurizio Cipicchia. Quest’ultimo li ha definiti come “abusivi, in quanto non conformi alla normativa sulle affissioni”. Non solo: ha anche aggiunto dicendo che sarebbe stato molto più giusto non nascondersi nell’anonimato e di denunciare il tutto agli organi competenti, nel caso in cui ci siano delle situazioni irregolari.

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