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Cronaca

Concorrenza violata, stangata per un big della comunicazione: ecco perché

Published by
Mauro Simoncelli

Potrebbe costare milioni di euro, se le accuse venissero confermate, la sanzione da pagare per un colosso dell’elettronica

E’ in arrivo una maxi multa da parte della commissione vigilanza europea, per la Apple per aver violato la concorrenza con l’applicazione di Apple pay. La notizia se confermata potrebbe portare ad una sanzione pari al 10% dei ricavi totali realizzati nello scorso anno.

La commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager – Ansa foto

La Commissione Europea ha dichiarato di ritenere in via preliminare che Apple si sia resa responsabile di un abuso di posizione dominante limitando l’accesso alla tecnologia posta alla base del sistema di pagamento elettronico mobile Apple Pay. Secondo la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager, le indagine svolte avrebbero portato a raccogliere prove che indicano come Apple avrebbe violato le regole europee a danno di potenziali concorrenti, impedendogli di sviluppare altri sistemi di pagamento elettronico utilizzando dispositivi Apple.

“Abbiamo indicazioni che Apple abbia limitato l’accesso di terze parti alla tecnologia chiave necessaria per sviluppare soluzioni di pagamento digitale sui dispositivi Apple”, questa la nota scritta da Margrethe Vestager. Apple, dal canto suo, ha affermato che non ha mai mancato di collaborare con la Commissione. La casa di Cupertino ha comunque voluto sottolineare che “il sistema Apple Pay è solo una delle tante opzioni a disposizione dei consumatori europei per effettuare pagamenti”.

Multa miliardaria

Secondo quanto riportato dal quotidiano londinese Financial Times, nel caso in cui le accuse della Commissione europea dovessero essere confermate, Apple potrebbe pagare una sanzione pari fino a un massimo del 10% del fatturato globale che lo scorso anno è stati pari a 366 miliardi di dollari circa 350 miliardi di euro. L’indagine sarebbe partita un anno fa e i riflettori sulla società americana si sarebbero accesi anche per quanto riguarda le regole di utilizzo del suo App Store, il quale, prendendo il 30% di alcune quote di abbonamento nega ad alcuni servizi la possibilità di dire agli utenti che ci sono altri modi per eseguire, ad esempio, un aggiornamento.

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Mauro Simoncelli