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Politica

Scenari di guerra: ecco come ci potremmo ritrovare alla fine del conflitto

Published by
Paolo Colantoni

Quanto durerà ancora il conflitto tra Russia e Ucraina e come ne uscirà l’Italia? Ecco i primi dati e le soluzioni future

Che ruolo sta giocando l’Italia in questo conflitto? Come è stata coinvolta e soprattutto, come rischia di uscirne? Tante le ipotesi, alcune catastrofiche, altre più ottimistiche. Ma su un punto tutti concordano: l’Italia rischia di uscire con grandi difficoltà, logistiche ed economiche, dalla guerra che sta coinvolgendo Russia e Ucraina.

Nessuno vuole immaginare cosa potrebbe accadere nel caso più estremo: ovvero che la nostra nazione venga coinvolta in modo attivo. A quel punto il rischio di aggressioni, attacchi e invasioni, potrebbero essere concreto. Pochi giorni fa la televisione nazionale russa (Rossija) ha mostrato un filmato terrificante, in cui il presidente del partito nazionalista Rodina, Aleksey Zhuravlyov, spiegava quanto fosse semplice distruggere in pochi secondi, capitali storiche come Parigi, Londra e Berlino. Secondo la tv russa, se Putin desse l’ordine, con “un missile Sarmat, le isole britanniche non esisterebbero più”, è stato detto durante il programma 60 minuts. Molti hanno notato come l’Italia non fosse minimamente menzionata. Nel suo intervento a Carta Bianca, il Ministro degli Esteri Lavrov ha usato toni duri, ma concilianti, verso l’Italia.

Immaginare oggi un coinvolgimento diretto dell’Italia sembra un’ipotesi lontana. Meglio concentrarsi sui danni che potrebbero esserci sulla nostra economia, al termine del conflitto. È bastato un mese per riportare la crescita in negativo, a -0,2% nel primo trimestre contro una previsione di +4,6. E questo senza neppure la sospensione dell’acquisto di gas da Mosca, come ci richiedono gli Stati Uniti. Ma cosa accadrà nei prossimi mesi? Il conflitto sembra destinato a durare a lungo. Un fattore che scalfirebbe solo in minima parte la Russia, mentre rischia di causare problemi maggiori all’Italia e agli altri Paesi europei.

I sudditi di Putin, plagiati dalla propaganda di regime che garantisce al dittatore un consenso delle masse non scalfibile, neppure in casi di prime sconfitte sul campo o di sacrifici economici di rilievo, continueranno ad appoggiare tutte le scelte del leader russo. I governi occidentali, fiaccati da due anni di pandemia e con molte nazioni già a rischio default, quanto potranno reggere l’urto di una nuova crisi economica senza gravi ripercussioni interne? E rimanendo in Italia: quanto potremmo andare avanti senza il gas russo e con inevitabili ripercussioni dal punto di vista economico? Se in un trimestre abbiamo perso così tanto, cosa accadrà in futuro?

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Paolo Colantoni