In merito alle polemiche degli ultimi giorni sul saluto romano che si è verificato durante i funerali di Donna Assunta Almirante, ci ha pensato il direttore di ‘Libero’ a spegnere le polemiche
Pochi giorni fa si sono svolti i funerali di Donna Assunta Almirante, moglie di Giorgio, scomparsa all’età di 100 anni. A far discutere, però, è stato l’omaggio che alcune persone le hanno riservato. In che modo? Con il famoso saluto romano. Ovviamente non sono mancate le polemiche da parte di alcuni partiti politici. Stesso discorso anche per il mondo del web che non ha per nulla digerito questa uscita di scena. Tanto è vero che molti giornalisti hanno commentato questo gesto definendolo “indegno” e poco consono ad una cerimonia funebre. Anche se per il direttore di ‘Libero‘, Vittorio Feltri, tutto questo “ambaradan” che si è creato è del tutto inutile.
Per lui l’antifascismo è entrato nel costume italiano come se fosse un raffreddore: parte immediatamente uno starnuto ed è subito allarme Covid. “I progressisti e gli amanti del politicamente corretto devono darsi una calmata e capiscano di essere regressisti da non rendersi conto di avere la testa bacata da un passato che la gente di oggi neanche conosce“. Per chi ha criticato il saluto romano, inoltre, lo stesso Feltri ha voluto fare un riferimento di tanti e tanti anni fa. Ovvero? Che si utilizzava già ai tempi di Giulio Cesare e dell’imperatore Adriano.
La stretta di mano non si era ancora diffusa (forse perché era poco igienica). In conclusione ha voluto menzionare una cosa: se viene definito “saluto romano” cosa c’entra con il fascismo? Per il giornalista le due cose non combaciano visto che si trattano di episodi che hanno molti anni di differenza.
“Siamo così rimbambiti da attribuire un gesto storico e classico l’abitudine diventata cara alle camicie nere“. Tra il saluto romano e la stretta di mano quindi? Preferisce la prima, molto più igienica perché non trasmette microbi e non è appiccicosa per via dell’umidità.