Il fondatore e presidente del Popolo delle Famiglie, in esclusiva: “Ci sono stati che permettono di uccidere dei bambini di 24 settimane”
La fuga di notizie da parte della Corte Suprema statunitense in merito alla sentenza Roe v. Wade (che potrebbe essere ribaltata, portando a clamorosi scenari), sta facendo discutere in tutto il mondo. La divisione tra i sostenitori dell’aborto e chi da tempo ne chiede l’abolizione, è tornata prepotentemente di moda. Negli Stati Uniti il dibattito è aperto, ma le discussioni si sono allargate ovunque.
La redazione di Notizie.com ha ascoltato in esclusiva Mario Adinolfi, presidente nazionale del Popolo della Famiglia, da sempre acerrimo contestatore dell’aborto. “Bisogna essere precisi e raccontare i fatti. Senza girarci troppo intorno. La sentenza dice che negli Stati Uniti esistono stati che permettono di abortire dopo la ventiquattresima settimana, il Missisipi chiede di abbassare questa soglia al raggiungimento della quindicesima. La Corte Suprema, come mi auguro, dirà che ogni stato potrà decidere di modificare questa legge. Mi sembra più che giustificato. Credo che uccidere un bambino di 24 settimane sia equiparabile all’infanticidio. Credo che alla luce di questo sia giusto che ogni singolo stato si scelga, democraticamente, la legge sull’aborto”.
Adinolfi torna alla carica, parlando del ruolo della Corta Suprema statunitense e tirando in ballo le cliniche che sono state al centro delle discussioni negli ultimi giorni, e che rivestono un ruolo importante anche nella scena politica. “Non è una discussione sull’aborto: non ci stiamo chiedendo se sia giusto o sbagliato permettere questa pratica. La discussione – continua Adinolfi – è sull’obrobrio che ancora oggi si registra negli Stati Uniti e che viene portato avanti dalle cliniche Planned parenthood, che sono i principali finanziatori del Partito Democratico statunitense a cui viene dato uno stop da parte della Corte Suprema, che ha finalmente deciso di dare voce e parola ai cittadini di ogni singolo stato. Mi sembra una cosa sensata, su un tema così delicato e divisivo come l’aborto”.