Oggi è l’anniversario di una delle tragedie più grandi che hanno colpito il mondo del calcio, ovvero quella che si verificò a Superga dove morì per sempre il ‘Grande Torino’. Il ricordo del club granata
Valerio Bagicalupo, Aldo Ballarin, Virgilio Maroso, Giuseppe Grezar, Mario Rigamonti, Eusebio Castigliano, Romeo Menti, Ezio Loik, Guglielmo Gabetto, Valentino Mazzola e Franco Ossola. Probabilmente i tifosi del Torino, specialmente quelli che hanno vissuto poco prima degli anni ’50 la ricordano a memoria questa formazione. Non si potranno mai dimenticare.
Non solamente loro: Dino Ballarin, Emilio Bongiorni, Rubens Fadini, Roger Revelli Grava, Danilo Martelli, Piero Operto e Julius Schubert. Questi gli altri calciatori che hanno fatto parte della storia del club granata. Insieme a loro i dirigenti: Egidio Agnisetta, Ippolito Civalieri, Andrea Bonaiuti. Il direttore tecnico Egri Erbstein, l’allenatore Leslie Lievesley ed il massaggiatore Ottavio Cortina.
I giornalisti Renato Casalbore, Renato Tosatti e Luigi Cavallero. Pierluigi Meroni, Cesare Bianciardi, Celeste D’Incà e Antonio Pangrazzi erano membri dell’equipaggio. Tutti loro persero la vita il 4 maggio del 1949 a Torino. L’aereo ‘Fiat G.212‘ si schiantò contro il muraglione del terrapieno posteriore della basilica di Superga. Nessun sopravvissuto.
Stavano ritornando a casa dopo aver disputato una partita amichevole a Lisbona contro il Benfica. Il tutto per aiutare il capitano della squadra portoghese, Francisco Ferreira, in grave difficoltà economica. Quella del Torino era una squadra invincibile che vinse ben cinque scudetti consecutivi. La maggior parte di loro rappresentava la Nazionale italiana.
Non presero parte alla trasferta: Sauro Tomà per un problema al menisco, il portiere di riserva Renato Gandolfi, il radiocronista Nicolò Carosio, il capitano della Primavera Luigi Giuliano, l’ex ct della Nazionale e giornalista Vittorio Pozzo, Tommaso Maestrelli della Roma (invitato da Mazzola per l’amichevole ma non riuscì a partire poiché non fece in tempo a rinnovare il passaporto) ed il presidente Ferruccio Novo poiché era influenzato. In quell’anno il Torino fu proclamato campione d’Italia su delibera federale visto che mancavano quattro partite alla fine del campionato.
Nonostante non avesse vinto aritmeticamente il campionato. Tanto è vero che nelle restanti partite sia il Torino che le squadre avversaria decisero di schierare le formazioni giovanili. Fu un vero e proprio shock per tutta l’Italia, basti pensare che l’anno dopo, per i Mondiali in Brasile la nazionale andò in nave. Nel frattempo il club di Cairo ha voluto ricordare tutte le vittime di quel terribile incidente con un post sui social network.