Dopo aver annunciato la cessione del club lo scorso marzo, il magnate russo aveva detto di non voler speculare con la vendita della società. Ma le cose sono cambiate…
Un affare che fa gola a molti. La notizia della vendita del Chelsea, dopo quasi vent’anni di gestione Abramovich (era il 2003), ha fatto il giro del mondo in poche ore. La situazione in Ucraina con l’invasione da parte della Russia ha imposto al magnate di dover fare un passo indietro e cedere la società. Nel comunicato rilasciato lo scorso marzo era stato proprio il 55enne a rivelare che i soldi della transazione sarebbero andati in beneficenza alle vittime della guerra.
Eppure le cose potrebbero essere cambiate. Come spiega l’edizione odierna del Times, infatti, Abramovich non se la starebbe passando affatto bene. Il motivo? Colpa delle restrizioni subite dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Visto come uno degli uomini più vicino a Putin, le sanzioni per il proprietario del Chelsea sono state durissime. Oltre a dover vendere il club di Londra (ha tempo fino al 31 maggio), l’imprenditore classe 1966 ha dovuto fare molti altri tagli, dalle spese quotidiane a quelle di rappresentanza..
Una situazione che rischia di avere delle ripercussioni gigantesche anche sulla vendita del Chelsea. Proprio nei giorni in cui il gruppo capitanato da Todd Boehly, il co-proprietario dei Los Angeles Dodgers, era riuscito a battere la concorrenza e ad ottenere l’esclusiva nell’operazione per l’acquisto del club, ecco il fulmine al ciel sereno che potrebbe compromettere la trattativa. Ma qual è la richiesta di Abramovich?
Per spiegarla in parole semplici, i vertici della società avrebbero informato sia il governo britannico (che sta gestendo la cessione del club) sia il gruppo acquirente che chi vorrà comprare il Chelsea dovrà prima estinguere il debito che la società controllante del club (Fordstam Ltd) ha nei confronti di un’altra compagnia con sede nel Jersey (Camberley International Investments) e riconducibile allo stesso Abramovich. Di che cifra si tratta? Circa 1,6 miliardi di sterline, poco meno di 2 miliardi di euro. Una richiesta che arriva a meno di un mese dalla scadenza fissata per la vendita dei Blues al nuovo gruppo e che rischia di far saltare il banco.