Papa Francesco ha usato toni e immagini molto dure contro l’Occidente, e nello specifico contro la Nato. Della sua importante intervista sembra che i media abbiano riportato principalmente le parti più “morbide”, cancellando con un tratto di penna quelle più scomode. Un problema che accompagna il Pontificato di Bergoglio praticamente dal primo momento.
Dopo le dure parole pronunciate da Bergoglio all’interno dell’intervista pubblicata dal Corriere della Sera, è scoppiata una amara discussione che coinvolge tanto l’area dell’Europa orientale quanto il dibattito politico interno. In particolare ad essersi risentito sembrerebbe il mondo progressista, come ha spiegato Francesco Borgonovo sul quotidiano La Verità.
“Francesco che critica la Nato non fa notizia”, titola il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro all’indomani dell’importante intervista in cui Bergoglio annovera “l’abbaiare dalla Nato” tra le possibili cause della guerra in Ucraina. Parole che sono state rilanciate all’istante anche da alcuni media russi, che in gran parte hanno attaccato Bergoglio per il contenuto delle sue altre dichiarazioni, eccetto questa in particolare.
“Chissà, magari fra un po’ inizieranno a chiamarlo Bergogliov e lo accuseranno di essere un agente al servizio del Cremlino”, ironizza Borgonovo. Certamente, coloro che hanno visto fin da subito nel Papa venuto dalla fine del mondo una figura di peronista latino-americano e anti-americano ora avranno molto materiale a loro disposizione. Il linguaggio utilizzato, “abbaiare”, apre una finestra a Putin, con un antica saggezza diplomatica, ma ne chiude un’altra verso l’Occidente.
Al momento, però, spiega Borgonovo, il massimo di quello che è stato fatto nel nostro Paese è stato censurare ad arte le parole del Papa, evitando di sottolinearle nella sua crudezza e schiettezza, nella sua “parresia” direbbe lo stesso Francesco. Utilizzata a piene mani tanto quanto ha parlato di Kirill che sul tema delle armi, o nei confronti dello stesso Putin, oltre che della Nato e delle colpe dell’Occidente. Mentre paragonava quanto accade in Ucraina al genocidio del Ruanda.
Putin, però, il Papa ha ammesso nuovamente di volerlo incontrare, non per una amichevole gita fuori porta ma per tentare di ragionare con lui su come sia possibile, oggi, fare la pace. Di certo, è emerso nelle parole di Bergoglio, non rinfocolandola con le armi, come anche il nostro Paese ha deciso di fare inviando armi agli ucraini.
“Curioso, finché si occupava di migranti, Francesco veniva ripetutamente invitato a occuparsi di faccende terrene. Adesso che insiste sulla pace, entrando in conflitto con i desideri dei progressisti euroatlantici, ecco che gli intimano di star zitto e di farsi gli affaracci suoi“, scrive Borgnonovo, rinfocolando un argomento che ha praticamente sempre accompagnato il Pontificato di Francesco fin dal giorno della sua elezione.
L’utilizzo cioè strumentale delle sue parole, dei suoi interventi e della sua figura stessa, per convenienze e interessi politici che vanno ben oltre l’ascolto disinteressato del Santo Padre, ma che anzi al limite provano a tirarlo per giacchetta, scegliendo artatamente cosa evidenziare e cosa nascondere del suo pensiero e delle sue parole. In questo caso, scrive Borgonovo, l’agenda del Papa è esattamente contraria a quella di coloro che hanno interesse a portare avanti la guerra. Per questo viene silenziato il più possibile.