Covid, il “modello cinese” è tutt’altro che auspicabile. Il reportage da incubo

Dall’inizio della pandemia si parla del modello cinese e dell’ipotesi che anche in Italia qualcuno stia lavorando in quella direzione. Tuttavia, reportage nel Paese del Sol Levante mostrano una situazione per nulla auspicabile. 

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(Ansa)

Dalla gestione della pandemia al “social credit system”, i dati e le immagini che filtrano dalla Cina sono pochissime, centellinate e soprattutto super-controllate dal Regime di Xi Jinping. C’è chi saltuariamente però anche nel nostro Paese se ne esce con i pochi dati che si hanno a disposizione e li utilizza per suffragare la bontà di un modello sociale che però, a conti fatti, è tutt’altro che auspicabile.

Un reportage della trasmissione condotta da Nicola Porro “Quarta Repubblica” mostra una situazione tutt’altro che idilliaca, ma un vero e proprio incubo. Persone scaraventate a terra, abitazioni con la porta sfondata, uomini e donne che in strada urlano di paura “voglio morire”. Dall’altro lato, agenti della polizia del regime li strattonano mentre indossano lo scafandro anti-contagio.

Le immagini del lockdown di Shanghai

Scene che arrivano dal nuovo lockdown di Shanghai che vengono riprese dai cellulari e che non mostrano nulla di auspicabile. Al contrario, sono il frutto di una popolazione che risulta sostanzialmente allo stremo, nonostante l’attitudine all’obbedienza nei confronti di un regime che con l’arrivo di Xi mostra il suo lato più ferreo nel governo del Paese.

Tra le testimonianze raccolte dalla trasmissione Mediaset c’è quella di Jacopo Luci, cittadino italiano residente a Shanghai, il cui racconto è da brividi. Jacopo parla infatti di gabbiette che impediscono alle persone di uscire di casa, e tutti coloro che commettono violazioni rischiano di andare incontro a denunce e in alcuni casi di finire persino in carcere. In alcune situazioni, persino la pena di morte è tra le ipotesi possibili.

Luci è chiuso in casa da trenta giorni, ma spiega che alcuni lo sono anche da più di cinquanta. Appena viene trovato un positivo, viene portato via e la quarantena si allunga per tutti di 14 giorni. L’obiettivo del governo è il contagio zero, nella pratica non si conosce quando finirà l’incubo. Anche la fornitura di cibo e medicinali per coloro che si trovano in quarantena è in mano al governo, e ci sono casi in cui questa viene trafugata e non arriva a chi dovrebbe. Se è questo il modello che si vorrebbe importare nel nostro Paese, certamente non si prospetta un futuro roseo.

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