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Cronaca

Protezione del vaccino dal Covid: uno studio lancia l’allarme

Published by
Francesco Spagnolo

Uno studio condotto dalla Commissione medico scientifica indipendente lancia l’allarme sulla protezione del vaccino contro il Covid.

Quanto dura la protezione del vaccino contro il Covid? Difficile dare, al momento, una risposta definitiva a questa domanda nonostante i diversi studi che sono stati fatti in questo anno e mezzo.

Uno studio della CMSi lancia l’allarme sulla protezione del vaccino contro il Covid: ecco tutti i dati © Ansa

A provare a chiarire tutti i dubbi ci ha pensato la Commissione medico scientifica indipendente attraverso la pubblicazione di alcuni dati. Secondo la CMSi, i vaccini proteggono i primi due mesi, ma con il passare del tempo la persona diventa ancora di più soggetta alla reinfezione tanto che a distanza di nove mesi sono maggiori le possibilità di prendere il Covid rispetto ai non vaccinati.

Tra le ipotesi per spiegare l’inversione della protezione – ha detto Alberto Donzelli, membro della CMSi a La Verità – non pare più sostenibile l’ipotesi di un allenamento delle precauzioni per falso senso di sicurezza nei vaccinati. Resta invece possibile il deterioramento del sistema immunitario“.

E dalla Svezia ammettono: “Lo scudo dei guariti dura più di un anno”

Secondo uno studio svedese la protezione dal Covid dei guariti dura per almeno 20 mesi © Ansa

Se da una parte i dubbi sulla reale protezione dei vaccini restano, dall’altra dalla Svezia arrivano buone notizie sullo scudo dei guariti. Secondo una ricerca, sempre citata da La Verità, il rischio di una nuova infezione per le persone positive al Covid si mantiene basso per almeno 20 mesi.

Quindi, da quanto si apprende da questo studio, una persona che contrae il coronavirus dovrebbe non riprenderlo facilmente per oltre un anno e mezzo. Naturalmente si tratta di risultati che dovranno essere confermati in futuro.

Ma, se altre ricerche ribadiranno quanto detto dalla Svezia, si tratta sicuramente di una buona notizia soprattutto in questo momento in cui il Covid sembra essere davvero meno aggressivo rispetto al ceppo originale. Un passaggio forse definitivo verso quella convivenza con il virus che in tutto il mondo si sta cercando per cercare di trovare una normalità che ormai manca ormai da due anni.

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Francesco Spagnolo