Torna il Covid: l’allarme preoccupante arriva dagli Usa, ecco i dati

Stando a una previsione del Congresso americano, i casi di Covid torneranno a salire vertiginosamente in autunno. Dobbiamo preoccuparci?

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ANSA/ANGELO CARCONI

Questi anni di pandemia ci hanno sfiancato, mentalmente e fisicamente. Se oggi conosciamo almeno una persona che ha preso il Covid, all’inizio lo scetticismo generale verso questo nuovo virus ha contribuito all’aumento esponenziale dei contagi. Ora, il Covid è meno pericoloso per la salute, ma la sua contagiosità è decisamente più elevata rispetto ai primi mesi della pandemia. Sebbene l’allentamento delle misure per contrastare il virus ci potrebbe far pensare che ormai ci troviamo in una fase “calante”, ormai endemica, della pandemia. Eppure, dagli Stati Uniti arriva un allarme decisamente preoccupante.

I dati del Congresso

Stando al Congresso americano, la pandemia potrebbe tornare a dei livelli decisamente allarmanti. Si parla di 100 milioni di americani, ovvero il 30% circa della popolazione, che potrebbero essere contagiati dal virus in autunno e in inverno. Queste le previsioni del Governo degli Stati Uniti, che sta cercando di far approvare al Congresso un incremento dei fondi governativi da spendere in vaccini, test e terapie. Parliamo di 22,5 miliardi di dollari. Tale misura, però, non è ben vista dai repubblicani, che ritengono eccessiva la cifra di cui si parla. Da ciò, vorrebbero impiegare non più di 10 miliardi di dollari da spendere in vaccini, test e terapie.

La nuova ondata di Covid

Secondo la previsione del congresso americano, la nuova ondata del Covid, legata al rapido evolversi del virus, nella sua variante Omicron, partirebbe da questa estate, nel sud degli Stati Uniti, per poi espandersi velocemente in autunno in tutto il resto del Paese. Dobbiamo tornare a preoccuparci?

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Il nodo delle mascherine

Se negli Stati Uniti il dibattito è incentrato sui fondi da spendere per i vaccini, i test e le terapie, in Italia il nodo principale del dibattito pubblico e politico è legato all’uso delle mascherine nei luoghi pubblici. Su tale argomento, è intervenuto anche il virologo Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova, intervistato nel corso della trasmissione radiofonica ‘Un Giorno da Pecora’ su Rai Radio1.

Queste le parole di Crisanti. “Sulle mascherine il discorso è semplice: le devono usare i fragili e coloro che li accudiscono. A livello di riduzione dei contagi non hanno impatto: se la si mette al supermercato e poi nel resto della giornata non la si indossa l’impatto è zero”. Il virologo ha inoltre aggiunto quanto segue. A livello di popolazione, ora è meglio non proteggersi: paradossalmente, più ci proteggiamo e più allunghiamo il tempo da quando abbiamo fatto il vaccino, diventando più vulnerabili”.

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