40+anni+fa+Gilles+Villeneuve%3A+la+fine+di+un+eroe%2C+l%26%238217%3Binizio+di+una+leggenda
notiziecom
/2022/05/08/40-anni-fa-gilles-villeneuve-la-fine-di-un-eroe-linizio-di-una-leggenda/amp/
Sport

40 anni fa Gilles Villeneuve: la fine di un eroe, l’inizio di una leggenda

Published by
Mauro Simoncelli

A Zolder, durante le prove del Gran premio del Belgio, se ne andava il pilota più amato di sempre da Enzo Ferrari e da tutti i tifosi della Rossa

8 Maggio 1982, quando mancavano pochi minuti alla fine delle prove per designare la pole position del GP di Zolder, Villeneuve, nel tentativo di superare il tedesco Mass senza perdere tempo prezioso, agganciava fatalmente la ruota anteriore sinistra della sua Ferrari a quella posteriore della destra della March del tedesco e se ne volò via, per sempre. E con lui volò via per sempre l’uomo per lasciare spazio alla leggenda.

Villeneuve e la sua Ferrari numero 27 –

Per spiegare come Villeneuve fosse riuscito ad entrare nei cuori di tutti i tifosi della Ferrari basta ricordare che, nonostante abbia vinto soltanto 6 gare guidando la macchina con il Cavallino Rampante, ognuna di queste vittorie è stata più bella, mitica, iconica e significativa dell’altra, tanto da restare per sempre nella fantasia di ogni appassionato. Esattamente come le gare che invece lo hanno visto protagonista di incidenti spettacolari, ma che testimoniano soltanto la voglia di non arrendersi ad un’inferiorità tecnica rispetto ad un avversario. Perché nessuno come lui ha unito velocità e sentimento, purezza e incoscienza, e perché il suo mito è sopravvissuto a tutto, al tempo, alle mode, all’evoluzione tecnologica. Oggi si chiamerebbe febbre Villeneuve. Che comunque all’epoca contagiò il mondo intero fino ad arrivare alla copertina del Time.

Imprese leggendarie

La vittoria del primo motore turbo a Montecarlo, domando una Ferrari imbizzarrita tra i muretti del circuito più famoso al mondo, o quella a Jarama, dove tenne disperatamente dietro, fino alla bandiera a scacchi, un trenino di quattro macchine che tagliarono poi il traguardo nell’arco di un secondo, alle sue spalle. Quei giri su tre ruote a Zandvoort in Olanda come se niente fosse, prima di rimanere senza letteralmente un intero pezzo di macchina, e arrendersi per forza all’evidenza. Quel giro senza ala anteriore che lo faceva andare di traverso anche se percorreva un rettilineo, fino all’onnipotente duello di Digione con Arnoux che fece letteralmente impazzire i tifosi di tutto il mondo. Questo era Villeneuve, tutto o niente, dentro o fuori, vita o morte.

L’imponderabile e il tradimento di Pironi

Due settimane prima dell’epilogo fatale di Zolder, durante il GP di Imola, si consuma la rottura con Enzo Ferrari e la Ferrari, proprio nell’anno giusto per vincere finalmente il Mondiale Piloti. Villeneuve e il compagno Pironi dominano la corsa, dai box viene esposto il classico cartello di mantenere le posizioni, Pironi ingaggia invece una serrata lotta che lo porterà a beffare il canadese all’ultimo giro. Gilles si sente tradito, l’amore con Maranello è finito. E quando, 15 giorni dopo, all’ultimo minuto delle prove, volle per forza rientrare in pista con gomme usate per provare a scalzare proprio Pironi dal primo posto sulla griglia di ripartenza, innescando quel volo tragico con la macchina di Jochen Mass, il destino si era compiuto:  ”E’ morto come aveva vissuto – fu il commento di molti – dando tutto in un inutile sorpasso”. Salire in macchina e non rallentare mai, questa era la sua missione.

 

 

 

 

 

Published by
Mauro Simoncelli