L’emergenza si allarga: la peste suina non riguarda solo Roma ma anche altre Regioni e il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, ha un piano chiaro.
Le prime misure sono state già chiarite, ma l’emergenza rischia di allargarsi a macchia d’olio. Il caso di peste suina su un cinghiale a Roma ha imposto divieti, ha determinato una zona rossa e controlli in molti allevamenti per evitare rischi e pericoli.
Restano però molti i dubbi, per via di una crescita massiccia della popolazione dei cinghiali, ma anche per le aggressioni nei centri delle città che allargano l’emergenza. Roma dovrà recintare i cassonetti, mettere in piedi un sistema di controllo e rispondere in maniera repentina dopo tanti ritardi e tentennamenti su una vicenda per molti già chiara.
Il rischio però è che i casi possano allargarsi ad altre regioni, e il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, è stato molto chiaro. C’è un piano, e non prevede più passi falsi o ripensamenti.
Peste suina, per Costa bisogna intervenire subito
“Il problema della peste suina non c’è solo nel Lazio, ma è partito anche in Piemonte e Liguria, dove è stata identificata una zona rossa e presto ci sarà la posa delle recinzioni”. Ospite a “24 Mattino”, su Radio 24, il sottosegretario alla Salute Andrea Costa ha chiarito che l’espandersi della peste suina va contrastato subito.
“Rispetto la sensibilità di tutti – ha chiarito – ma c’è una emergenza e bisogna evitare che il virus si espanda. Credo che davanti a questa situazione sia necessario ridurre la popolazione dei cinghiali”. Sulla possibilità che possano essere abbattuti Costa non ha avuto dubbi. “Si tratta di una priorità, sempre nel rispetto della sensibilità, ma non possiamo più attendere”. Proseguono quindi le valutazioni su allevamenti e altri esemplari, ma la strada, dopo anni in cui i cinghiali si sono avvicinati ai centri abitati e senza misure per frenare il fenomeno, sembra ormai tracciata.