L’analista, responsabile del Desk Russia del Centro Studi Internazionali, in esclusiva ai nostri microfoni
“Il discorso che Putin ha fatto durante le celebrazioni del 9 maggio nella Piazza Rossa è stato molto simbolico”. Marco Di Liddo, responsabile dell’Area Geopolitica e Analista responsabile del Desk Russia e Balcani presso il Ce. S.I. – Centro Studi Internazionali, ha spiegato in esclusiva ai nostri microfoni, cosa c’era dietro le parole del leader russo. Dichiarazioni importanti, rivolte più all’Occidente che al suo stesso Paese.
Per Di Liddo, Putin è stato molto chiaro: “Molti sono rimasti delusi dal suo discorso. Qualche politico si aspettava forse qualcosa di diverso e qualche commentatore pensava che arrivassero dichiarazioni precise. Magari sulla fine del conflitto o sull’andamento dell’operazione militare. Ma bisogna essere chiari su alcuni punti. Siamo stati noi a pensare che la Russia cercasse di chiudere tutta la questione il 9 maggio, immaginando che questa data così importante per tutta la Nazione, fosse quella scelta per la fine del conflitto e per annunciare la vittoria. Ma nessuno da Mosca aveva mai fatto un proclamo simile. E poi bisogna fare una distinzione importante”.
Secondo Di Liddo, “Putin ieri non poteva annunciare nulla e non aveva nulla da mostrare. Non poteva sventolare il Donbass, nè regalare certezze che la Russia in questo momento non è in grado di poter sostenere. Soprattutto perchè la guerra non sta andando come sperava, nei tempi e da un punto di vista economico, con le sanzioni che si stanno facendo sentire. Putin sa benissimo che non può permettersi un conflitto lungo e logorante, ma è altrettanto sicuro di una cosa: che nella stessa situazione si trovano anche gli Stati occidentali. Qual’è allora la sua scommessa? E’ che oltre al logoramento della Russia, il conflitto porti anche al logoramento psicologico della società occidentale, a quello politico delle classi dirigenti e a quello economico, sfruttando l’effetto boomerang del mercato globale. Mentre altri leader politici poi dovranno misurarsi con le urne, lui non ha questa necessità”.
Ma andando nello specifico, cos’ è che ha colpito di più delle parole di Putin? “L’attacco molto duro rivolto all’Occidente e alla Nato, accusando entrambi di voler attaccare la Russia e di puntare al territorio russo. Dire queste cose nella Piazza Rossa, il 9 maggio, non è una cosa di poco conto”.