Uno studio smentisce dicerie e convinzioni: mangiare i fritti non fa male, anzi, è consigliabile per tanti motivi
“Fritto è buono tutto”. Quante volte avete ascoltato questa massima? Un cibo fritto è amato da grandi e piccini, ma generalmente è sconsigliato in tutte le diete. Quando si inizia un cammino alimentare più sano, una delle prime cose che dietologi e nutrizionisti sconsigliano è di abusare dei fritti. Ma esistono degli studi che smentiscono queste convinzioni.
Mangiare i fritti non solo non fa male alla salute, ma potrebbe essere addirittura consigliato per un regime alimentare completo e sano. Alcuni siti di riferimento, regalano dei consigli nutrizionali che rivoluzionano determinate convinzioni: non solo non bisogna eliminare le fritture dalle nostre diete. Anzi, in alcuni casi potrebbe essere consigliato preferire una pietanza fritta. Andiamo a vedere quando. Un recente studio pubblicato sul Journal of Medicinal Food dimostra che la cottura in olio riduce il carico glicemico degli alimenti, cioè la capacità di rilasciare zuccheri nel sangue. “Durante la frittura delle patate si formano amidi resistenti non assorbibili, come pure mantecando la pasta in padella si producono amidi solo parzialmente digeribili dagli enzimi digestivi (alfa-amilasi). La cottura in olio bollente è adatta a qualsiasi alimento e migliora le qualità organolettiche di ortaggi e cereali, come pure dei cibi proteici”.
Strano, ma vero: per gli esperti il fritto è più digeribile rispetto ad altri tipi di cottura in quanto l’alimento di disidrata e quindi è facilmente aggredibile dai succhi digestivi. L’alimento fritto, nelle sue proprietà nutrizionali, sarà molto più vicino ad un alimento crudo. Infatti nel corso della frittura, se la temperatura dell’olio è mantenuta costante e sostenuta, si evita l’imbibizione d’olio mediante la creazione immediata di una barriera lipidica che da una parte ostacola la penetrazione del grasso, dall’altra preserva i nutrienti.
Ma quante volte si può consumare un cibo fritto? Naturalmente, come per ogni abitudine alimentare, non bisogna esagerare: consumare cibo fritto almeno una volta alla settimana (in assenza di patologie specifiche e problemi gastrici si può anche arrivare a due volte) non fa male ed aiuta il nostro organismo. Per evitare poi i sensi di colpa, basta seguire alcuni consigli, che riguardano essenzialmente l’olio: friggere con un olio di buona qualità è preferibile. Secondo punto, l’olio deve essere abbondante e non fumante: più se ne versa, più il fritto risulterà leggero. Prima di immergere il cibo nella padella, verificate che l’olio sia ben caldo: 170 °C. E attenzione: il sale, un pizzico, va aggiunto solo alla fine per evitare di abbassare il punto di fumo e non rischiare l’ossidazione dell’olio. Alla fine è essenziale assorbire l’olio in eccesso con carta assorbente. E buon appetito….