Il socio “oscurato” che imbarazza D’Alema, lui prima nega poi ammette

L’ex premier ed ex dirigente Pd non prende bene l’inchiesta del quotidiano Domani e prende tutti a parolacce

Un ritorno al passato che proprio gratificante non è. Dimenticanze, bugie, ammissioni e dietrofront improvvisi fino a terminare con rabbia e ferocia nelle parole. Nuova puntata della faida D’AlemaDe Benedetti, per interposto quotidiano, il Domani, proprietà dell’Ingegnere, scrive Il Giornale. Dopo l’inchiesta sul contenzioso tra Eni e la Blue Power di Francesco Nettis (concluso con una transazione di 35 milioni in favore della società dell’imprenditore pugliese) e l’intervista condita da pesanti insulti e lezioni non richieste di giornalismo fatta dall’ex premier, il focus adesso è tutto su Nettis. E dal petrolio si passa ad un liquido più piacevole, il vino, passione che D’Alema ha trasformato in un’attività vera e propria, fondando un po’ di anni fa società “La Madeleine“, in Umbria. Sarà che D’Alema ha molti impegni, sarà che l’alcol non aiuta granché la memoria, succede che l’ex premier non ricordava che Nettis fosse stato socio della sua società agricola, e nemmeno con una quota irrilevante bensì con il 30%.

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L’ex presidente del Consiglio Massimo D’Alema (foto Ansa)

No, non mi risulta” aveva detto un giorno fa. “Non me lo ricordavo”, ammette poco dopo invece D’Alema in una seconda telefonata. Il suo coinvolgimento nell’inchiesta giornalistica firmata dal vicedirettore di Domani Emiliano Fittipaldi ruota appunto attorno alla figura di Nettis. Il quale, nel 2011, compra la partecipazione nella società di D’Alema e figli, mettendo 530mila euro. Questa cifra, però, come emerge dai bilanci consultati dal quotidiano, è però articolata in due parti. “Nettis mette appena 30mila come valore delle quote, mentre il mezzo milione restante viene definito come un “rimborso finanziamento soci erogato alla società“. In pratica Nettis coprirebbe con i 500mila euro tondi tondi parte dei soldi che i giovani Giulia e Francesco D’Alema avrebbero investito nell’avventura vinicola.

Rabbioso D’Alema a Domani: “Abbiamo tutta la documentazione, è pronta, ma non le do un ca..”

Ma il bello di tutta questa storia oscurata e in chiaro-scuro deve ancora venire. Già perché l’avventura di Nettis coi D’Alema finisce nel 2018, quando la Madeleine gli liquida 30mila euro per le sue quote. All’appello quindi mancano 500mila euro dell’investimento iniziale di Nettis, che saranno sicuramente in qualche altro documento non ancora emerso. Forse nelle carte che D’Alema ha detto di aver messo insieme, da ex grande giornalista e direttore dell’Unità, ma che non ha voluto fornire al Domani, con cui è infuriato: “Quando Nettis uscì dalla Madeleine fu liquidato con un po’ più di quanto aveva messo. Abbiamo tutta la documentazione, è pronta, ma non le do un cazzo. Io spero che lei scriva che Nettis mi ha regalato mezzo milione in cambio della mia mediazione con Eni. Perché il suo giornale non lo legge nessuno, ma io vado in tribunale e mi faccio dare mezzo milione dal suo padrone“, dice un arrabbiatissimo D’Alema al telefono con Fittipaldi. Di sicuro c’è che nel 2010 i due figli di D’Alema comprano il 60% della società per 190mila euro, mentre Nettis compra il 30% con 530mila euro.

Anche queste differenze non si capiscono, ma saranno sicuramente nei documenti che D’Alema non vuole dare alle “iene dattilografe” (suo epiteto coniato per i giornalisti). “Sicuramente vi manca qualcosa. Poi nella società è entrato un altro investitore che può darsi abbia liquidato Nettis. Non le so dire con esattezza. Una cosa è il valore della partecipazione, altra cosa sono quando uno fa dei prestiti da socio a una società e poi vengono liquidati, non sempre nel momento della cessione… Comunque faccio presente che non sono neanche socio della Madeleine” dice l’ex segretario Ds, arcistufo delle inchieste su sue presunte mediazioni milionarie, prima le armi in Colombia, ora quella dell’Eni.

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