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Cronaca

Medioriente, morta giornalista di Al Jazeera: “Uccisa a sangue freddo”

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Marco Ercole

Si tratterebbe di una vera e propria esecuzione da parte delle forze militari israeliane, quella che è costata la vita a Shireen Abu Akleh. La reporter è deceduta in Cisgiordania, nel campo profughi di Jenin: lo riferisce il Ministero della Salute della Palestina

È morta la giornalista di Al Jazeera, Shireen Abu Akleh. A dare la terribile notizia è stato il ministero della Salute palestinese, che ha riferito dell’omicidio avvenuto a colpi di arma da fuoco in Cisgiordania, nel campo profughi di Jenin. Nella comunicazione viene descritto il modo terribile in cui la reporter è stata uccisaa sangue freddo e deliberatamente“, con un colpo d’arma da fuoco al volto che l’ha portata rapidamente al decesso.

Il governo palestinese conferma la morte della giornalista di Al Jazeera Shireen Abu Akleh (Ansa)

Al Jazeera nel suo canale ha chiesto giustizia: “Chiediamo alla comunità internazionale di condannare e ritenere responsabili le forze di occupazione israeliane per aver deliberatamente preso di mira e ucciso la nostra collega Shireen Abu Akleh“.

Uccisa a sangue freddo

La giornalista Shireen Abu Akleh, uccisa in Cisgiordania (Ansa)

Nell’agguato è rimasto ferito anche Ali Samodi, un altro giornalista palestinese del quotidiano Al-Quds, con sede a Gerusalemme, che fortunatamente non dovrebbe essere in pericolo di vita. L’uomo è stato colpito alla schiena, tuttavia le sue condizioni non sarebbero gravi. Da parte sua c’è stata anche una testimonianza di quanto accaduto, riportata dal suo giornale: “Al-Quds – scrive l’agenzia di stampa dell’Autorità Nazionale Palestinese – ha detto che Ali Samodi si trovava con un gruppo di altri cronisti, insieme alla collega di Al Jazeera, nelle vicinanze delle scuole dell’Unrwa, vicino al campo di Jenin. Tutti indossavano elmetti e divise da giornalisti“. Non è stato sufficiente però per evitare la tragedia, sulla quale si è esposto anche Abu Mazen, che ritiene “il governo israeliano pienamente responsabile di questo atroce crimine, parte della politica quotidiana perseguita dall’occupazione contro il nostro popolo, la sua terra ei suoi luoghi santi“.

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