La redazione di notizie.com lâha intervistato sulla direzione della finale di Coppa Italia: âCredo che la gara sia stata gestita bene, ma Lautaro è stato furboâ.
Ex arbitro, ora opinionista sportivo. Daniele Tombolini commenta in esclusiva a notizie.com la direzione di Paolo Valeri, il fischietto scelto per la finale di Coppa Italia di ieri tra Juventus e Inter.
Trionfo nerazzurro tra le polemiche, figlie di alcune decisioni (dubbie) e della rivalitĂ tra le due squadre avversarie che finisce sicuramente per accentuarle. Tombolini va in controtendenza e promuove comunque lâarbitro della sezione di Roma, criticato soprattutto per il contatto in area tra Bonucci (prima ancora câè un leggero tocco di De Ligt) e Lautaro Martinez: âNon mi sembra che ci siano stati questi episodi cosĂŹ gravosi, credo che Valeri abbia gestito la partita abbastanza bene. Le polemiche, dâaltronde, sono il prezzo da pagare quando si sceglie di introdurre il Var. Se lâepisodio è a metĂ , ogni decisione porta a penalizzare e scontentare lâaltra metĂ che di conseguenza ha tutto il diritto di lamentarsiâŚâ.
AllâInter sono stati assegnati due calci di rigore, il primo durante il corso della ripresa (con la Juve avanti 2-1 in quel momento), il secondo nei tempi supplementari. âSecondo me almeno uno dei due rigori andava evitato, faccio riferimento a quello dato su Lautaro. Dico cosĂŹ perchĂŠ per me câè un movimento malizioso della gamba, lâattaccante va alla ricerca dellâaggancio e lo trova. Sul secondo câè poco da discutere, De Ligt prende De Vrij e commette falloâ.
Il Var è intervenuto per richiamare Valeri soltanto nel caso del penalty poi trasformato in modo glaciale da Perisic (la rete del 3-2): âRimango dellâidea, al di lĂ delle polemiche che si vengono a creare, che la tecnologia e il Var siano indispensabili. Lâevoluzione va in questa direzione, il calcio è immagine e comunicazione diretta tra le varie componenti. E poi il Var esiste in tutti gli sport ormai, sarebbe anacronistico pensare al calcio, lo sport piĂš praticato, che possa esistere senzaâ.
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