Il presidente ucraino Zelensky ospite di ‘Porta a Porta’ apre ad un incontro con Putin, ma precisa: “Solo a certe condizioni”. E su Papa Francesco dice: “L’immagine delle bandiere di Russia e Ucraina vicine durante la via Crucis non la accettiamo”.
Lunga intervista a Porta a Porta per Volodymir Zelensky. Il presidente ucraino ai microfoni della trasmissione di Bruno Vespa ha affrontato diversi argomenti e soprattutto fatto un passo indietro sull’apertura ad un accordo senza Crimea.
“Non ho mai parlato di riconoscere l’indipendenza e l’appartenenza alla Russia della Crimea – le parole del presidente russo in questa intervista, andata in onda nella serata del 12 maggio e riportate dal Quotidiano Nazionale – anche prima della guerra il territorio aveva autonomia, ma faceva sempre parte dell’Ucraina. Il Donbass? I russi hanno ucciso e distrutto tutto. Non concederemo mai l’autonomia“.
Zelensky ha fatto il punto anche sui negoziati: “La questione si complica ogni giorno. I russi non fermano la loro avanzata e questo non consente di portare avanti le trattative. Io sono disposto a parlare con Putin, ma non voglio ultimatum e soprattutto i militari devono lasciare il nostro territorio. Non possiamo accettare compromessi per quanto riguarda la nostra indipendenza“.
In questa intervista Zelensky ha parlato anche dell’Italia e di Mario Draghi: “Il vostro premier ha ragione: noi possiamo vincere perché stiamo combattendo per la verità e non siamo da soli. L’Italia, inoltre, sta dimostrando una grande mediazione culturale. Tramite proprio questa cultura, il giornalismo sta portando la verità alla società russa. Inoltre, sono molto grato per le sanzioni decise contro la Russia“.
Non poteva mancare un passaggio sul ruolo di Papa Francesco in questa guerra. “Siamo molto grati al Pontefice e abbiamo molta fiducia in lui – ha detto il presidente ucraino – ma non accettiamo l’immagine vista durante la via Crucis di due persone che camminano insieme tenendo le bandiere della Russia e dell’Ucraina. Per noi Mosca è sinonimo di occupazione e si tratta della bandiera sotto la quale ci stanno uccidendo“.