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Anna Falchi contro corrente: “Ma quale catcalling, ce ne fossero di uomini che…”

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Paolo Colantoni

La showgirl risponde in modo ironico a chi parla di offese: “Lasciamo che facciano gli uomini e poi a me non dispiace”

In un mondo pieno di contraddizioni, in cui ogni parola viene pesata, nel quale si davanti ad un giudice anche per una semplice presa in giro e in cui si grida allo scandalo per ogni piccola insinuazione, ascoltare dichiarazioni del genere, da parte di una donna, sembra quasi fuori luogo. Eppure Anna Falchi, una delle donne dello spettacolo più amate ed apprezzate, ha voluto dire la sua su un tema di dominio pubblico. Il catcalling.

“Il Catcalling? Ma viva! Io non mi offendo per niente. Mi succede? Certo, mi fa sorridere”. Durante il programma “Un giorno da pecora”, la conduttrice dei Fatti Vostri, ha risposto sull’argomento e senza troppi giri di parole, ha chiarito il suo pensiero. “Noi donne ci lamentiamo che gli uomini non siano virili e non ci corteggino. Se gli mettiamo tutta questa pressione, poi sono terrorizzati. Lasciamo che siano maschi e anche un po’ rozzi”, ironizza. Sono una donna di mezz’età… Sono fuggita dall’Italia per non pensarci, non c’è nulla da festeggiare”, riferendosi ai 50 anni, da poco compiuti e festeggiati. “Il declino? Una ex sex symbol…. ma ai Fatti Vostri mi hanno festeggiato. Non festeggio il compleanno da quando avevo 24 anni. Ora ho la crisi di mezz’età, mi sento ‘pischella’ e mi sento 10 anni in meno… Mi sento ancora un sex symbol? No, no. Ho già dato”, dice.

Anna Falchi vive a Roma, segue con passione le vicende della Lazio, squadra della quale è madrina, ma è originaria della Finlandia, un paese in questo momento al centro del quadro internazionale. Helsinki è intenzionata ad entrare nella Nato. “Ormai ci siamo. Un po’ mi dispiace, mi è sempre piaciuto l’orgoglio per essere stati indipendenti da sempre. Però l’unione fa la forza e secondo me la premier Sanna Marin, che adoro, sta facendo le cose giuste”. E’ giusto che la Finlandia entri nella Nato perché c’è il rischio di un attacco della Russia? “Penso di sì”.

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Paolo Colantoni