Draghi sui vaccini ha un obiettivo: “La pandemia non è finita, siamo indietro”

Draghi chiaro sull’evoluzione della pandemia: “Non è finita”. C’è un obiettivo chiaro sul tema vaccini.

“Siamo indietro”. Così Mario Draghi con due parole analizza la lotta al Covid. Mentre molti paesi hanno eliminato le restrizioni lanciando messaggi su una fase di ripresa, il tema delle vaccinazioni resta ancora attuale.

Mario Draghi parla della pandemia
Mario Draghi (Ansa Foto)

Lo ha ribadito il premier italiano nel summit Global Covid-19. “Lo sviluppo di vaccini efficaci e l’organizzazione di imponenti campagna di vaccinazione hanno segnato una vera e propria svolta nella lotta alla pandemia” ha affermato. L’allerta però resta ancora altissima. Draghi l’ha sottolineato più volte nel suo discorso, snocciolando numeri e analizzando i passaggi svolti in Italia e in altri paesi europei, ma anche lanciando un monito con un obiettivo chiaro.

Draghi sui vaccini: c’è un obiettivo chiaro

Dragjhi vaccini
Il premier italiano Draghi (Ansa)

“Abbiamo riaperto le scuole, eliminato le restrizioni, rilanciato l’economia. Siamo tornati ad una vita normale salvando vite”. Parole di Mario Draghi per tracciare un bilancio di quanto ha fatto il governo e più in generale dell’operato delle nazioni in tema di lotta al Covid. Per il Premier però tutto ciò non è ancora sufficiente per poter affermare di aver vinto la battaglia con il virus.

“Non è finita – ha affermato –, lo sappiamo bene. Da inizio anno si è registrata una media di 1,7 milioni di casi di Covid al giorno in tutto il mondo, e ci sono paesi in cui il tasso di copertura resta sotto il 10%”. Ecco quindi che c’è un obiettivo chiaro e Draghi lo suggerisce. “Siamo indietro rispetto all’obiettivo comune di vaccinare il 70% della popolazione entro metà del 2022”.

Un tema ancora caldissimo quindi, e una nuova spinta che chiarisce la ferma volontà di continuare nella campagna di sensibilizzazione. Al netto di previsioni sul no ad ulteriori campagne vaccinali, le parole del premier potrebbero trasformarsi nell’invito a proseguire su questa strada, che in questi giorni divide politici e comunità scientifica.

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