È stato concesso l’affidamento in prova per l’ex attaccante di Palermo e Juventus: lo scorso novembre era stato rinchiuso con accuse molto pesanti.
Incubo finito per Fabrizio Miccoli. Finalmente l’ex attaccante è uscito dal carcere di Rovigo dove era rimasto rinchiuso dallo scorso novembre. Il 42enne era stato condannato in via definitiva a tre anni e tre mesi dal tribunale per estorsione aggravata dal metodo mafioso. L’avvocato Savoia ha presentato un ricorso che è stato accolto dal tribunale di sorveglianza di Venezia: adesso per Miccoli è scattato l’affidamento in prova.
L’ex calciatore di Palermo e Juventus tra le altre non può più sgarrare. Le regole sono molto chiare in questo senso: c’è il divieto assoluto di frequentare pregiudicati e rientrare a casa dopo mezzanotte. Avrà però la possibilità di fare ritorno in Salento e potersi dedicare alla sua scuola calcio, ovviamente seguendo le indicazioni del giudice.
La sua condanna era diventata definitiva alla fine di novembre, dopo che la seconda sezione della Corte di Cassazione aveva rigettato il ricorso e confermato la sentenza decisa nel gennaio 2020 dalla Corte di Appello di Palermo. Miccoli, che si è costituito in autunno, era accusato di aver chiesto al figlio di un esponente della criminalità organizzata, Nino Lauricella, di chiedere la restituzione di somme di denaro a un imprenditore per conto di un suo amico.
Una vicenda che ha gettato in cattiva luce il nome di Fabrizio Miccoli, che si è reso protagonista di una telefonata – intercettata dalle autorità – in cui offendeva la memoria di Giovanni Falcone insieme allo stesso Lauricella. L’ex calciatore ha provato a scusarsi in tutti i modi per il suo comportamento. Dopo 171 giorni di prigione, il 42enne è tornato in libertà.