Nei prossimi giorni a Padova andrà in scena una rappresentazione in ricordo del ciclista, i genitori: “Prendiamo sconsolatamente atto di come si continui a trattare nostro figlio”
Ci ha lasciato il 14 febbraio del 2004 il noto campione del ciclismo Marco Pantani, amato e ancora ricordato con grande stima. È tuttora ritenuto tra i più forti scalatori puri di ogni tempo per i suoi record in salita e i vari riconoscimenti da parte di altri corridori. Una morte che desta dolore anche ai giorni d’oggi, soprattutto quando si decide di trattare la vicenda con molto poco tatto.
A proposto di questo, i genitori del compianto Pantani hanno voluto replicare ad una vicenda che vede il ciclista protagonista. Di seguito la nota divulgata dall’avvocato della famiglia, su espresso incarico della sig.ra Belletti Tonina, madre del defunto: “Si dà pubblica notizia del comunicato relativo al ‘recital’ dei sig.ri A. Maioli e E. Montagna titolato “MARCO PANTANI – Storia di un linciaggio’ di prossima rappresentazione in Padova con organizzatore C.O.A. e FONDAZIONE FORENSE, Ente di Padova“.
“I genitori di Marco Pantani – si legge – prendono sconsolatamente atto di come si continui a maltrattare il proprio figlio senza tenere nessun conto né avere riguardo e rispetto di un ragazzo da tempo morto e delle persone a lui vicine che ne vivono ancora il lutto. Se la parola confacente ad esprimere quanto Marco ha dovuto affrontare e sopportare nella sua esistenza, di sportivo e di uomo, può essere quella di ‘linciaggio’ vorremmo poter chiedere ai signori che ne hanno inteso fare un recital: ‘C’è pure una parola adatta a definire coloro che perpetuano questo linciaggio, anche nel rappresentare la vita di nostro figlio secondo una loro esclusiva opinione e senza tenere in alcun conto né la nostra volontà che l’attualità dei fatti?‘“.
La nota poi continua e conclude: “Certamente esistono parole adatte a qualificare chi si rende comunque autore di miserevoli speculazioni, ma preferiamo tacere. Convinti, ormai, che sia proprio vero che la peggior forma di disprezzo resta il silenzio. Un grazie sincero per chi ricorda Marco per ciò che davvero è stato e di bello e significativo ha comunque da offrire“.