Il regista, protagonista a Lucca per una mostra sull’amore, si è complimentato con l’attrice per la professionalità e la sensualità: “Si è presentata al provino con grandi motivazioni, ha dimostrato alle colleghe come si fa…”
Il maestro dell’eros. Viene definito così, Tinto Brass. Il regista è protagonista della mostra “Brass mon amour” allestita a Villa Bottini (Lucca, dal 21 maggio al 12 giugno), in occasione del Photolux Festival, che ha scelto l’amore come tema di quest’anno.
Nell’autobiografia “Una passione libera” scritta insieme alla moglie Caterina Varzi, aveva così sintetizzato il senso della propria arte: “L’eros è liberazione, cioè il rifiuto dell’ipocrisia per mestiere e del perbenismo di destre e sinistre. Non solo, anche l’affrancamento dall’arroganza del Potere, la ribellione alla paura che spegne i sogni e si porta via la speranza”. Da sempre discusso e censurato, passionale e libertario. Brass, tra le tante attrici con cui ha collaborato, ha voluto ricordare e complimentarsi con Stefania Sandrelli, scelta nel 1983 per il film “La chiave”.
“Lei è una grande attrice, lo era pure prima di recitare con me. Cosa ho fatto? Ho semplicemente tirato fuori ed esibito la sua carica sensuale”. Il successo della pellicola ha confermato la bontà della scelta: “Era perfetta nel ruolo della protagonista, si mostrò senza pudore e fortemente determinata a fare il film durante il provino”. Brass ha aggiunto una nota di merito: “Stefania ha poi un altro grande merito. Non mi ha mai rinnegato, ha sempre difeso ‘La chiave’ con fierezza, con l’orgoglio di aver dimostrato alle sue colleghe di saper recitare anche con il c**o”.