Nella legge firmata dal leader ucraino si parla di messa al bando delle opposizioni, reati di opinione. E non solo…
Sin dall’inizio del conflitto in Ucraina si è tanto discusso delle misure adottate da Putin, in merito a informazione e politiche interne. Della chiusura dei social network alle azioni per bloccare tutte le possibili voci contrarie, fino alla “nazionalizzazione” delle più importanti catene, tra cui Mc Donalds, che proprio oggi ha detto ufficialmente addio ai suoi ristoranti in Russia.
Ma in questo scenario, Zelensky come si è comportato? Se Putin ha confermato il suo modus operandi, il leader ucraino, che ha continuato le sue apparizioni nei parlamenti europei e nelle più importanti trasmissioni televisive internazionali (come l’intervento da Bruno Vespa a Porta a Porta), non è stato da meno. In Ucraina infatti, seguendo un copione già noto, è vietato avere idee diverse da quelle del leader. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha firmato infatti una legge che certifica la messa al bando degli oppositori interni, in totale undici partiti politici. Il provvedimento amplia anche il ventaglio dei reati d’opinione punibili dalla legge, come ad esempio “la giustificazione, il riconoscimento della legalità o la negazione dell’aggressione armata contro l’Ucraina” da parte della Russia.
Non contento, Zelensky ha anche ufficializzato che, se un partito non allineato viene messo al bando dal tribunale, le sue proprietà passano direttamente allo Stato. A riportare la notizia è il Fatto quotidiano che fa notare come la mossa di Zelensky contro il dissenso interno sia arrivata nelle stesse ore della vittoria degli ucraini della Kalush Orchestra all’Eurovision Song Contest, in cui i telespettatori europei hanno accolto l’appello del presidente ucraino. Vittoria che, tra l’altro, porterà l’organizzazione del post Eurovision Song Contest proprio a Kiev il prossimo anno. Con la speranza di uno scenario diverso rispetto a quello attuale.