Il generale Camporini: “La Finlandia nella Nato? Non vedo contraddizioni”

L’opinione del generale sul ruolo dell’Unione europea nel contesto della Nato di oggi e di quella che potrebbe venire in futuro, oltre che dei rapporti con il Cremlino. 

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Il generale Camporini (Ansa)

Il generale Vincenzo Camporini, già Capo di Stato maggiore della Difesa e prima ancora dell’Aereonautica militare, oggi consigliere scientifico dello Iai, conosce bene il mondo militare. Quando si parla con lui di guerra, armi e alleanze non c’è che da ascoltare.

Per Camporini, la richiesta di ingresso della Finlandia nella Nato non pregiudica il destino del pianeta, anzi. Al contrario, per il generale c’è una piena compatibilità tra una Nato più forte e un’Europa più forte. O meglio “che una Nato in cui ci sia una identità europea, supportata anche da capacità militari autonome all’interno di un concetto sano di autonomia strategica, sia qualcosa di altamente desiderabile”, ha spiegato in un’intervista rilasciata al quotidiano Il Riformista.

La speranza di una Nato futura a trazione europea

Se oggi infatti la Nato è a “trazione anglosassone/americana”, e di conseguenza “il grande fratello americano domina”, domani si può puntare alla creazione di “un pilastro europeo dell’Alleanza Atlantica”, che si troverebbe a interloquire con gli Stati Uniti “con pari dignità”. Con un “naturale confronto quotidiano per l’elaborazione di linee politiche condivise”.

In sostanza, quello che per Camporini serve è la creazione di una identità europea “che riesca a dare vita a istituzioni comuni della politica estera e di sicurezza”. Allo stesso tempo, il generale, tra i fondatori del partito Azione guidato da Carlo Calenda, esclude un dialogo con Putin, né oggi né in futuro. 

“Occorre che cresca e si affermi una dirigenza russa che si liberi di queste manie di grandezza, di queste paranoie e che capisca che la collaborazione con l’Europa è nel pieno interesse della Russia, molto di più di una qualsivoglia sudditanza nei confronti della Cina”, afferma senza incertezze. Tuttavia, sempre per Camporini tutto ciò non entra in contraddizione con le parole pronunciate da Draghi al ritorno dalla Casa Bianca, che cioè sia necessario che Biden e Putin tornino al dialogo.

“Io non vedo contraddizioni”, risponde Camporini. “Oggi la situazione è che a Mosca comanda Putin. E dal momento che a Mosca comanda Putin, bisogna sedersi attorno a una tavolo con lui“.

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