Le parole del ministro delle finanze tedesco sulla crisi energetica che rischia di scatenarsi in Europa a partire da quella ucraina mostrano come il futuro non sia affatto pieno di certezze, e che uno strappo con il Cremlino potrebbe costare molto caro al Vecchio continente.
Oggi il G7 si riunisce oggi sotto la presidenza del ministro Finanze tedesco Christian Lindner, che intervistato dal Corriere della Sera e da quattro giornali europei ha voluto lanciato un messaggio alla Russia. “Siamo al fianco dell’Ucraina, spalla a spalla, e siamo pronti a decidere nuove sanzioni”, ha detto Lindner.
“La nostra intenzione è isolare la Russia politicamente, finanziariamente e in termini economici”, ha spiegato in maniera molto netta, aggiungo che dal suo punto di vista le sanzioni avranno “un peso sempre maggiore per l’economia russa”. “Sono politicamente aperto all’idea di sequestrare le riserve all’estero della banca centrale russa”, ha aggiunto il ministro con toni sempre più duri.
“Ne stiamo già parlando al G7 e nell’Unione europea e ci sono proposte sul tavolo”, ha spiegato. Per quanto riguarda invece la politica interna della Germania, e il fatto che di fronte alle proposte di sanzionare l’import di gas russo ci sia stata molta freddezza, quando non vera e propria avversione, Lindner ha spiegato che l’obiettivo tedesco “è diventare completamente indipendenti dalle importazioni di energia dalla Russia”.
“Devo ammettere che la strategia energetica della Germania e la dipendenza dalla Russia durante i precedenti governi sono stati un grave errore”, ha spiegato, sottolineando un tema di cui in Germania si parla continuamente fin dallo scoppio della crisi ucraina. “Ora dobbiamo lavorare sodo a diversificare le nostre importazioni di energia”, ha spiegato. “Possiamo già trovare forniture di carbone da altre fonti e siamo pronti a fare a meno del petrolio russo. Ma per il gas naturale, ci vorrà più tempo”.
In tutto ciò, per il ministro tedesco “va evitata una situazione in cui infliggiamo più danni a noi stessi che al bottino di guerra di Putin”. Ad esempio “per la Germania, uno stop immediato delle forniture di gas dalla Russia provocherebbe gravi danni all’economia”.
“Ovviamente sostenere l’Ucraina non è questione di prezzo: è un Paese che difende i nostri valori contro un regime autoritario che mina l’ordine internazionale basato sulle regole”, è la chiosa del ministro. Che ha però spiegato di non volere “neanche rischiare una grave recessione che potrebbe ridurre la nostra capacità di sostenere economicamente e militarmente l’Ucraina”.
Anche perché la palla della partita energetica resta senza dubbio in mano al Cremlino. Un tetto al prezzo del gas russo potrebbe portare a conseguenza molto gravi innanzitutto per i Paesi europei ancora più che per la Russia stessa. “Si rischia che la parte russa interrompa i flussi”, ha commentato il tedesco.
“Se modifichiamo unilateralmente i contratti, Putin potrebbe reagire stoppando di netto le forniture di energia. Non so quali sarebbero le conseguenze per l’Unione europea, ma posso dire che per la Germania non ci sarebbe solo una perdita di benessere o una riduzione della crescita. Certi settori industriali non sarebbero più in grado di produrre nel Paese”.