La Corea del Nord rompe il velo sul Covid e conferma migliaia di casi di “febbre” e le prime vittime: mancherebbero però i mezzi per contrastare il virus.
Il bilancio cresce, e ormai da giorni in Corea del Nord ha preso piede una ondata di Covid che sta producendo una vasta catena di contagi.
Le informazioni sono frammentarie per via del controllo molto rigido sui media, ma dopo due anni in cui il regime aveva escluso qualsiasi tipo di impatto del virus nella nazione, motivando tale risultato con gli stretti controlli per chi entra in Corea, arrivano i primi riflessi di una ondata che inizia a creare problemi seri.
Nel fine settimana sono stati rilevati molti casi di “febbre” e altri sintomi, con un bilancio ufficiale diffuso domenica di 42 vittime. I casi però sarebbero molti e la paura cresce anche per via di alcuni problemi che impediscono alla Corea del Nord di contrastare almeno al momento una situazione molto delicata.
Corea del Nord, si diffonde la “febbre”: difficoltà nel contrastare il Covid
I casi sospetti sarebbero più di un milione. Le conferme in arrivo da fonti ufficiali, dopo anni di silenzi, iniziano a destare preoccupazione. Il dato che crea maggiore allarmismo però è nella mancanza di mezzi validi per contrastare il Covid. Davanti alle farmacie è stato pertanto schierato l’esercito, ma la riluttanza del regime, che in passato decise di ritardare l’arrivo dei vaccini, e l’assenza di test per tutti, inizia a delineare un quadro preoccupante.
La situazione diventa quindi molto delicata. Le morti legate al Covid sarebbero almeno 50 ma le notizie sono come spesso accade frammentarie. Il paese da anni ormai è in una sorta di isolamento che ha avuto un impatto importante sulle risorse farmaceutiche e sui programmi relativi al Covid. Tutti aspetti, questi, che con il dilagare dei contagi alimentano i timori. E intanto i dati delle ultime 24 ore svelano più di 200 mila nuovi contagi in quello che potrebbe essere un focolaio destinato ad alzare notevolmente il livello d’allarme.