L’Associazione italiana giovani avvocati ha lanciato un appello per difendere la legge Meloni sull’equo compenso. Ma di che si tratta?
Approvata alla Camera il 13 ottobre 2021, la legge Meloni sull’equo compenso è attualmente in discussione al Senato. Nel dettaglio, parliamo di un provvedimento che tutela i professionisti che lavorano con la Pubblica amministrazione e con i grandi committenti – ovvero, con società dal fatturato superiore a 10 milioni di euro – prevedendo un compenso minimo inderogabile. Francesco Paolo Perchinunno, il presidente dell’Aiga (Associazione italiana giovani avvocati), si sta battendo affinché questa legge non venga sepolta dagli emendamenti, a causa dell’importanza di tale provvedimento per molti professionisti. Queste le sue dichiarazioni sul tema.
“Chiediamo a tutti i parlamentari di ritirare le proposte emendative, perché il rischio che la legge eventualmente modificata al Senato possa poi ritrovarsi nel pantano della fine della legislatura è troppo alto”. Questo l’appello lanciato da Perchinunno al mondo della politica. La paura che una legge fondamentale per migliaia di professionisti venga affossata dagli emendamenti è tanta, e si vuole evitare la possibilità che questo accada.
Perchinunno definisce la legge proposta da Giorgia Meloni “un principio inderogabile”, in quanto “reintroduce il principio per noi fondamentale dell’inderogabilità del compenso minimo. Oggi ci troviamo in una situazione in cui un giovane professionista può doversi adattare a compensi assolutamente non congrui e questo non è accettabile. C’è un problema di dignità del lavoro e, in alcuni casi, di vera e propria sussistenza“.
I dati attuali, come dimostrato dal presidente dell’Aiga, sono sconcertanti: “L’ultimo rapporto sullo stato dell’avvocatura ci dice che, a distanza di 15 anni dal decreto Bersani, che nel 2006 eliminò le tariffe e il vincolo di non poter andare sotto i minimi, i redditi dei giovani professionisti sono al di sotto della soglia di povertà“. Perchinunno ha inoltre aggiunto: “Ci raccontarono che la legge sarebbe servita a garantire maggiore concorrenza e che quindi avrebbe favorito soprattutto i giovani. Oggi sappiamo che è andata esattamente al contrario. Anzi, lo sappiamo da anni e da anni chiediamo un intervento legislativo“.
Perchinunno ha inoltre ammesso che la legge, allo stato attuale, non è perfetta. Eppure, c’è la necessità di portare avanti questo fondamentale provvedimento senza impedimenti. “C’è qualcosa che si può migliorare? Forse sì, tutto è perfettibile. Ma si può fare semmai in un secondo momento. Noi stessi avevamo proposto qualche piccola correzione in sede di audizione, ma rischiare di affossarla non ha senso. Quella mole di emendamenti è troppo rischiosa. La legge va approvata, la priorità è questa“.