La Juventus chiude la stagione senza trofei ma certa di un posto in Champions League. Dalle scelte di Allegri, alla contestazione dei tifosi ad Agnelli, da Vlahovic ai saluti di Chiellini e Dybala, Cobolli Gigli: “Voto 6”
Dopo oltre 10 anni di successi la Juventus quest’anno terminerà la stagione senza trofei ma già certa di tornare in Champions League il prossimo anno. Per parlare delle vicende di casa-Juve è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Notizie.com l’ex presidente bianconero Giovanni Cobolli Gigli: “Voto 6 all’annata. Insieme ai non trofei è arrivata la Champions in anticipo rispetto allo scorso anno. Già da tre settimane si è certi del quarto posto, mentre nel precedente campionato l’accesso ce lo regalò il Napoli all’ultima giornata. Questo lo reputo un passo avanti. Il dolore più grande per gli sportivi, ed anche per me, credo sia stata la sconfitta in Coppa Italia: la Juve aveva giocato bene e meritava qualcosa in più; non faccio polemiche sui rigori. Ho notato principalmente due mosse di Allegri: una positiva quando ha rinforzato l’attacco e sono arrivati i gol, l’altra meno perché quando ha invece rinforzato la difesa ha provocato un arretramento della squadra che ha giocato così molto in area e quindi poi può capitare che le gambe si incrocino. Con la Coppa e il piazzamento Champions la stagione sarebbe stata ampiamente positiva, ma sappiamo che nel calcio contano le vittorie“.
Sarri dopo lo scudetto è stato mandato via, stesso trattamento per Pirlo che ha vinto Coppa Italia e Supercoppa, ora invece Allegri è certo di rimanere: “Gli altri due non ci sarebbero dovuti essere, doveva rimanere Allegri. I problemi della Juve sono nati quando alcuni dirigenti hanno convinto Agnelli a cambiare: principalmente Nedved che non si è neanche presentato alla conferenza di saluti all’allenatore. Allegri non ha mai vinto la Champions, ma era arrivato in finale due volte. Sarri errore clamoroso, non andava bene ma anche lui non reputava positiva la sua esperienza bianconera, come ha già dichiarato. C’è stata confusione causata da Paratici e Nedved, secondo me. Incluso il sogno di arrivare a vette stratosferiche con l’acquisto di un grandissimo campione come Ronaldo: non basta un solo giocatore a cambiare la rosa, molto spesso può creare problemi; ha fatto gol ‘cari’, ma non ha migliorato l’aspetto della squadra“.
A proposito di big, nella sessione di mercato invernale è arrivato Vlahovic: “Operazione buona e coraggiosa. La Juventus è in una situazione economica complicata e prenderlo a gennaio è stato un atto di coraggio che ha aiutato la squadra a raggiungere la Champions. Buon rendimento. E’ stato un momento senza fare gol come capita a tutti gli attaccanti, lo ha vissuto con grande dispiacere, ma nelle ultime due gare si è rifatto. Per me non esiste nessun problema Vlahovic-Allegri. E’ stato un ottimo acquisto, giovane con potenzialità enormi molte ancora da esprimere. Come un buon acquisto è stato anche Zakaria, al di là dell’infortunio aveva il compito di rinforzare il centrocampo“.
Lunedì Dybala ha salutato tra le lacrime il suo pubblico dopo il mancato rinnovo di contratto: “Era molto attaccato alla Juventus, si trovava bene e credeva di rimanere. Sicuramente ha subìto un forte trauma quando la società ha deciso di non trattenerlo. Questo lo ha manifestato a fine gara con uno sfogo infantile che va molto apprezzato: in quel pianto c’era tutto il dispiacere di lasciare la Juve“.
Da addetto ai lavori che conosce l’ambiente della Vecchia Signora, un commento finale di Cobolli Gigli sulla contestazione dei sostenitori bianconeri all’attuale presidente: “Io sono stato fischiato praticamente sempre: questo è il destino del presidente quando qualcosa non va, nel mio caso poi si andava in B, figuriamoci. Agnelli deve sapere che è il capro espiatorio; che poi negli ultimi anni non sia stato aiutato a prendere decisioni giuste, come quella di lasciare andare Marotta, è un altro discorso. I fischi lasciano il tempo che trovano: se il prossimo anno la Juventus vincerà lo scudetto, verrà portato in trionfo. Fa parte del mestiere. Il problema ora è che il presidente ha un cognome prestigioso, non si fischia un Cobolli qualsiasi ma un Agnelli. Ad ogni modo, se uno decide di prendere la presidenza accetta tutte le conseguenze“.