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Svolta epocale : arriva il congedo per mestruazioni dolorose

Published by
Paolo Colantoni

Una legge rivoluzionaria sta per diventare realtà: tre giorni al mese per le donne. Novità anche sul fronte aborto

Svolta epocale in Spagna. Sta per diventare legge il congedo di tre giorni al mese per le donne che soffrono di mestruazioni dolorose. Il paese iberico sarà il primo stato europeo che approverà una norma in materia. Il testo comprenderà anche una riforma più vasta che comprenderà anche novità sull’ aborto. Il 17 maggio c’è stato il primo ok dal Consiglio dei Ministri. Ora sarà necessario un nuovo passaggio in Consiglio.

A confermarlo è il Ministro delle Pari Opportunità Irene Montero. “È finito il tempo di andare a lavoro imbottite di pillole e dover nascondere che nei giorni del ciclo patiamo un dolore che ci impedisce di lavorare”, ha detto. “Siamo il primo Paese d’Europa a regolamentare permessi speciali temporanei per mestruazioni dolorose pagati interamente dallo Stato”, ha aggiunto, “la condizione (per accedervi) è che esista un dolore invalidante legato al ciclo, che in molti casi è associato ad altre patologie”. Montero ha spiegato inoltre che per accedere a questi permessi non sarà necessario aver versato in precedenza contributi alla previdenza sociale. “Avanziamo in femminismo. Le donne devono poter decidere liberamente sulle loro vite”, ha scritto su Twitter il premier, Pedro Sanchez.

Le novità nella legge

Irene Montero Ministro spagnolo – Ansa Foto –

I congedi per mestruazioni dolorose, ha aggiunto la ministra delle Pari Opportunità Montero, sono inseriti in un progetto di legge più ampio sui diritti delle donne, che (come specificato) comprende anche quello all’aborto. Nel testo sono infatti comprese misure come l’eliminazione dell’obbligo di permesso dei genitori per avere accesso all’aborto nel caso delle ragazze di 16 e 17 anni, introdotto in precedenza dal centrodestra, la garanzia che ogni richiedente possa trovare sanitari disponibili a praticare l’aborto nel centro sanitario pubblico “più vicino” a dove vive, pur mantenendo la “compatibilità” con l’obiezione di coscienza, e l’eliminazione di un “periodo di riflessione” obbligatorio da tre giorni.

 

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Paolo Colantoni