Tg1, si torna a parlare nuovamente del caso che vede come vittima Dania Mondini: la giornalista, nelle ultime ore, ha rivelato delle nuove e sconcertanti rivelazioni in merito all’assurda punizione che i capi le hanno assegnato
Si torna a parlare nuovamente del caso che riguarda Dania Mondini. Negli ultimi giorni la giornalista, che ha lavorato al Tg1, ha accusato i suoi capi in una intervista che ha rilasciato al quotidiano ‘La Repubblica‘. I vertici alti dell’azienda l’avrebbero punita in un modo davvero incredibile: quella di metterla in uno stanzino insieme ad un suo collega. Non uno qualunque, ma uno che ha problemi di flatulenze e rutti.
Non si è trattato di uno scherzo ma è quello che ha rivelato il mezzobusto. Quest’ultima si è affidata al criminologo Claudio Loidice per ripercorrere, appunto, la persecuzione da parte dei suoi capi. Sono stati resi noti anche i nomi: si tratta di Filippo Gaudenzi, Andrea Montanari, Piero Damosso, Costanza Crescimbeni e Marco Betello.
Le novità, però, non sono affatto finite qui visto che la stessa è stata costretta a condividere la stanza con questa persona che, oltre ad avere problemi di igiene personale e molestare le donne, in passato ha avuto anche rapporti con un ndranghetista, il boss Paolo Romeo.
La procura ordinaria aveva chiesto l’archiviazione, mentre quella generale ha deciso di occuparsi di questo caso. Adesso si indaga per stalking. A quanto pare non è stata affatto l’unica a lamentarsi di tutto questo, visto che un altro suo collega ha denunciato lo stesso episodio in cui è rimasto anche lui vittima. “Lo Prete ha manifestato il suo disappunto al vice direttore Francesco Primotzich che gli ha suggerito di dire al redattore di lavarsi“.
Quasi quattro anni fa, precisamente l’11 giugno del 2018 viene indetta una riunione straordinaria dove partecipano 15 giornalisti. Tranne colui che emana cattivi odori. Questa la nota ufficiale emanata dalla stessa Mondini dopo l’incontro: “La direzione pretende che i redattori ordinari restino in stanza con quella persona che non si lava ed emette maleodoranti rumori corporei, dimenticando anche gli episodi di alcuni anni addietro quando lo stesso aveva costruito un dossier di cento pagine sulle abitudini dei colleghi“. In conclusione, però, c’è ben altro: Betello le avrebbe riferito che chi non stava nella stanza del collega maleodorante non avrebbe più lavorato per il Tg1.