Diversi casi in Europa, ora nuove conferme anche negli States: il vaiolo delle scimmie si diffonde, ecco cosa dice la scienza.
I casi di vaiolo segnalati in diverse nazioni del mondo non sono da inquadrare nel contesto di una pandemia. Le prime indicazioni lasciano in qualche modo ben sperare, nonostante la preoccupazione sia tanta.
In Gran Bretagna dopo il primo allarme sono stati segnalati altri 4 casi che non sarebbero connessi a quelli precedentemente scoperti dopo il viaggio di un uomo di rientro dalla Nigeria. I medici anno tranquillizzato la popolazione escludendo il timore di una pandemia, ma anche in Portogallo e in Spagna arrivano diverse segnalazioni.
L’ultima è stata invece ufficializzata negli States. Si tratta di un uomo rientrato dall’Africa nel Massachusetts, e anche in Italia allo Spallanzani è stato riscontrato il caso di un uomo giunto a Roma dopo un viaggio alle Canarie. Ecco quindi cosa indica la scienza fra contagio, possibili cure e sintomi.
Nuovi casi di vaiolo: come riconoscerlo e quali sono i rischi
Febbre, mialgia, ghiandole gonfie e poi l’eruzione cutanea in genere presente sulle mani e sul viso, molto simile alla varicella ma più acuta e visibile. Sono questi i sintomi comuni del vaiolo, riscontrati anche nei casi scoperti in Europa e negli States. Il timore è che la malattia, presente in alcune zone dell’Africa, possa presentarsi anche con nuovi casi negli altri continenti.
La sua trasmissione secondo le indicazioni della scienza arriva per vie respiratorie, ma le caratteristiche dei casi particolari emersi da poco, e immediatamente analizzati, suggerisce che il contagio possa essere avvenuto attraverso “contatto con le mucose durante rapporti sessuali”. Non esiste al momento un vaccino contro il vaiolo, ma cure con farmaci antivirali che alleviano i sintomi.
Il periodo di incubazione è invece di circa 10 giorni, mentre il tasso di mortalità, secondo i professori inglesi che si stanno occupando dei casi, sarebbe dell’1%. Resta però molto difficile la trasmissione se non contatti molto ravvicinati, e sempre secondo i medici inglesi, una diffusione repentina è assolutamente da escludere.