Il CdM dà il via libera alla fiducia sul ddl Concorrenza. Fratelli d’Italia sul piede di guerra: no alla svendita del turismo balneare alle multinazionali
L’annuncio di un Consiglio dei ministri straordinario ha colto ieri di sorpresa tutti. Ordine del giorno estremamente stringato e con un solo punto all’ordine del giorno: “Comunicazioni del Presidente”. Una convocazione che ha spiazzato molti e che, per qualche ora, ha fatto addirittura pensare ad una crisi di governo. Ma le previsioni sono state smentite poco dopo l’inizio della riunione. Oggetto delle comunicazioni del premier Mario Draghi la volontà di sbloccare uno dei nodi, politici e normativi, che da mesi vede dilaniarsi la maggioranza di Governo: l’emendamento al ddl Concorrenza sulle aste delle concessioni balneari approvato dal Cdm il 15 febbraio ma poi rimesso continuamente in discussione.
Il diktat di Draghi e il sì dei partiti di maggioranza in Cdm
Il presidente del Consiglio ha deciso così di usare il “pugno di ferro” e di lanciare un ultimatum: il ddl Concorrenza deve andare in Aula al Senato entro il 31 maggio, per poi consentire il passaggio alla Camera. Per rispettare questa tabella di marcia il Governo è pronto a mettere la fiducia. In palio, secondo Draghi, ci sarebbero i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Per il capo del Governo è necessario approvare entro dicembre 2022 “non solo la legge delega, ma anche i relativi decreti delegati”. “Il mancato rispetto di questa tempistica”, ha aggiunto Draghi, “metterebbe a rischio, insostenibilmente, il raggiungimento di un obiettivo fondamentale del Pnrr, punto principale del programma di Governo”. Un “diktat”, diplomatico nei modi ma risoluto nella sostanza, che i ministri (e le forze politiche che rappresentano) hanno accettato e sottoscritto in Cdm, autorizzando la possibilità di porre la questione di fiducia sul ddl Concorrenza. E sono le parole del capo delegazione di Forza Italia, Mariastella Gelmini, a certificare l’orientamento del Governo. “Bene aver ascoltato le categorie, bene aver accolto diverse proposte dei balneari”, ha detto il ministro degli Affari regionali a margine del Cdm, “ma ora bisogna correre per rispettare gli impegni del Pnrr”. Concetto ribadito e confermato nella lettera inviata oggi dal premier al presidente del Senato Casellati. “Senza una sollecita definizione dei lavori del Senato con l’iscrizione in Aula del provvedimento ed una sua rapida approvazione entro fine maggio”, scrive il presidente del Consiglio Draghi, “sarebbe insostenibilmente messo a rischio il raggiungimento di un obiettivo fondamentale del Pnrr. Ad oggi, malgrado numerose riunioni si siano svolte con le forze parlamentari, le operazioni di voto non risultano effettivamente iniziate”.
FdI sul piede di guerra: grave fiducia su ddl Concorrenza
L’accelerazione di Draghi non è affatto piaciuta all’opposizione. Il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ha tuonato contro il Governo e ha pronunciato parole durissime. Il leader di FdI ha bollato come “molto grave” la decisione dell’Esecutivo di porre la fiducia sul ddl Concorrenza. “Draghi è un presidente del Consiglio di un governo che non è mai stato né direttamente né indirettamente scelto dai cittadini, che arriva così alla sua 51esima fiducia, in una realtà nella quale noi da democrazia parlamentare ormai quando va bene i provvedimenti li discutiamo in uno dei rami del Parlamento…”. Il presidente del Consiglio, ha proseguito Meloni, “dovrebbe spiegarci le ragioni di questa imposizione, perché qui noi stiamo parlando di espropriare 30 mila imprese italiane e trasferire una ricchezza, data dal nostro turismo balneare, alle multinazionali straniere. Qualcuno non ci spiega le cose come stanno. Dai documenti del Governo, nel PNRR, questa roba non c’è. Se l’Esecutivo si impegnato a svendere le nostre aziende balneari in cambio di non so cosa, forse dovrebbe spiegarlo agli italiani perché a casa mia gli accordi sotto banco non si fanno”.