Un Vittorio Feltri inedito al ‘Corriere della Sera’. Il direttore di ‘Libero’ svela diversi particolari della sua vita privata.
Vittorio Feltri decide di raccontarsi e lo fa attraverso le pagine del Corriere della Sera. Una lunga intervista dove il direttore editoriale di Libero affronta diversi argomenti tra cui anche la sua malattia.
“Non è tutta questa tragedia – ha detto Feltri – ogni due anni faccio una Tac e a me hanno trovato un cancro ad una tetta. Mi è sembrata una presa in giro, ma ora me lo hanno tolto. I primi quindici giorni sono stati complicati, qualche fastidio l’ho avuto. Ora devo fare la radioterapia, prendo pastiglie, ho sempre visite“.
Feltri spiega anche il perché del suo passo indietro da consigliere comunale a Milano: “Ho già Libero da dirigere. Scrivo tutti i giorni e ho questo fastidio da curare. Non ho assolutamente tempo per un posto dove, peraltro, non ho trovato un ambiente accogliente. C’è troppa burocrazia, non c’è possibilità di confronti dialettici. E’ una noia terribile“.
In questa intervista forse per la prima volta Feltri svela la sua paura più grande: “La morte non mi rallegra e soprattutto mi spaventa la modalità con cui arriva: malattia, sofferenza, letto e confessore che viene a rompere. Però, più di tutto, mi fa paura la salute di mia moglie: se in casa non la vedo per un quarto d’ora, mi preoccupo“.
Un passaggio anche sul primo matrimonio e sulla moglie morta di parto: “Avevo 23 anni e non sapevo dove sbattere la testa. Ho cercato di individuare una nuova moglie e ho trovato Enoe. Ci ho messo sei o sette mesi a convincerla di sposarmi, ma ho fatto la scelta giusta. I figli? Non ho mai dato uno schiaffo o fatto una predica. Ho cercato di dare il buon esempio e poi quando sono cresciuti ho trovato un posto di lavoro a tutti e gli ho regalato anche un appartamento a testa”.