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Cronaca

Covid, booster under 60: i dati dell’Iss sono preoccupanti

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Francesco Spagnolo

Nel consueto monitoraggio dell’Iss sul Covid a preoccupare sono i dati sulla dose booster agli under 60. Ecco cosa dicono i numeri.

La dose booster sembra proteggere meno gli under 60. A dirlo è l’ultimo report dell’Iss sul Covid aggiornato al 18 maggio. Secondo i numeri riportati da La Verità, chi si sottopone alla terza dose si infetta molto di più di chi si è vaccinato e, soprattutto, tra i 40 e i 59 anni ci si contagia maggiormente rispetto a quelli non immunizzati.

I dati sulla dose booster under 60 sono preoccupanti © Ansa

Il tutto sembra essere legato alla variante Omicron, che nel nostro Paese prevale ormai da mesi ed è la responsabile dei casi che si stanno registrando nelle ultime settimane in Italia, ma anche nel resto d’Europa.

Si tratta di dati che sicuramente nelle prossime settimane finiranno sul tavolo del premier Draghi anche in vista di una quarta dose per tutti. Le evidenze scientifiche sembrano dire in questo momento altro e quindi non si ha la certezza che si arriverà ad una vaccinazione globale almeno fino a quando non si ha un farmaco aggiornato contro le varianti.

Covid, in Italia addio alle mascherine?

In Italia dal prossimo 15 giugno addio anche alle mascherine al chiuso? Ecco le ultime © Ansa

Report dell’Iss che sono destinati ad essere decisive anche per il destino delle mascherine nel nostro Paese. La scadenza al chiuso è prevista per il prossimo 15 giugno e il premier Draghi potrebbe convocare una cabina di regia nel giro di qualche giorno per capire come muoversi.

L’ipotesi più probabile, considerando che gli ospedali non sono in sofferenza, è quello di dire addio al dispositivo di protezione al chiuso almeno fino al prossimo autunno. Resta da capire se si proseguirà sulla strada della raccomandazione oppure il premier Draghi sposerà la linea degli aperturisti e quindi il nostro Paese potrà salutare definitivamente le mascherine.

Si tratta di un passaggio fondamentale anche per il turismo estivo. Sono molti i Paesi che da tempo hanno abbandonato l’obbligo del dispositivo di protezione e per questo motivo c’è bisogno assolutamente del cambio di passo. In caso contrario il rischio è di penalizzare il settore.

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Francesco Spagnolo