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Milan Campione, Ibrahimovic campione e divo senza età, l’uomo della svolta

Published by
Daniele Magliocchetti

E’ il giocatore che ha dato la scossa col suo carisma ed esperienza e che ha permesso a questa squadra di giovani di spiccare il volo

Quando a dicembre del 2019 fu annunciato il suo ritorno, lui lo disse subito: “Vengo per vincere”. E così è andata. Un pezzetto di scudetto è sicuramente suo. Zlatan Ibrahimovic  campione, fuoriclasse, dominatore e anche veggente. E il giocatore che, più di tutti, nonostante l’età e nonostante si dica il contrario (per invidia) che ha permesso a questa squadra di crescere dal punto di vista del temperamento e dell’esperienza. Per il campione svedese, 40 anni e 231 giorni, è una soddisfazione immensa poter conquistare il quinto scudetto in Italia e il suo secondo col Milan. Forse, questo è il più bello di tutti perché arrivato quando nessuno ci credeva. Solo lui. E sin dal primo giorno, quando tornò a giocare con un Milan che era addirittura al decimo posto, lui non si tirò indietro: “Ci sono tanti giovani, ma sono bravi e sono convinto che qui si possa fare bene e soprattutto vincere”. Detto, fatto.

Zlatan Ibrahimovic ha parlato in merito al suo futuro tra Milan e Nazionale (Instagram)

Appena pronunciate quelle parole, era gennaio del 2020, Zlatan venne preso per pazzo. Ecco il solito egocentrico, si disse. Invece, quella squadra, anche grazie al suo apporto fece una rimonta incredibile e quasi sfiorò l’Europa. Un girone di ritorno incredibile con 12 vittorie e una serie di successi consecutive che portò quel Milan di Pioli, il primo, quasi a sfiorare l’ingresso in Europa. Ma erano le prove generali.

L’Uomo delle Stelle, il campione venerato dai giovani talenti e rispettato da tutti

Zlatan Ibrahimovic un mese fa si era esposto in favore di Djokovic (Ansa)

Un campione senza età e col carattere d’acciaio. Nonostante stia a pezzi fisicamente e quasi non si regga più in piedi per via dei tanti acciacchi, soprattutto il ginocchio (che forse si opererà di nuovo) ha condotto questa squadra verso un titolo a cui nessuno credeva. E’ da gennaio che non gioca titolare, ma ha comunque accumulato presenze gol e assist. 26 presenze, 8 reti  e 3 assist per un totale di 1149 minuti. Non male per un vecchietto. Un leone vero. Le sue otto reti in totale, due tra le più importanti della stagione, una con l’Udinese e quella con la Roma su punizione che consentì al Milan di agganciare l’Inter in cima alla classifica.

Un cammino strepitoso all’inizio, zoppicante e doloroso nel ritorno, anche se il suo zampino ce l’ha messo sempre. Dentro e fuori il campo. Uno dei più importanti, se non proprio il più importante, fu l’assist per Tonali al novantesimo con la Lazio. Ma il suo apporto fondamentale è stato non solo sul campo, ma soprattutto nel lavoro settimanale. E questo è riconosciuto da tutti. “Zlatan? SE non ci fosse stato lui, non so se qualche giovane sarebbe cresciuto in questo anno e mezzo“, le parole di Pioli e il riferimento è a Leao. Proprio su di lui, Zaltan si è accanito di più. In allenamento era un tormento, ma anche in partita. “Ibra? Mi ha fatto capire tante cose in questo ultimo anno, se sono cresciuto lo devo anche a lui“, il ringraziamento del giovane campione nei confronti del Maestro. Così lo chiamano. Perché nessuno è come lui. E nessuno lo sarà mai, a prescindere da quello che deciderà di fare della sua carriera.

 

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Daniele Magliocchetti