La rincorsa e la solidità unica, il lavoro di Pioli, la professionalità di Maldini: poi gli attori protagonisti delle tappe che hanno portato il Milan al titolo.
Undici anni. Nel calcio una vita, e se ti chiami Milan è un peso insopportabile. Un’attesa lunghissima, che i rossoneri hanno cancellato in anni di lavoro, di intuizioni di mercato e gestione oculata. Maldini al suo arrivo fu chiaro nel affermare che bisognava riportare al Milan quella dimensione vincente, e dopo anni di infaticabile lavoro ci è riuscito. La scelta di Pioli è stata azzeccata, il capolavoro nella gestione del caos con l’ombra di Rangnick forse il vero punto di partenza per in sogno chiamato scudetto.
L’allenatore non ha sbagliato una mossa. Ha esaltato le qualità di Kaluku, gestito Ibra, lanciato Tonali, organizzato una squadra che si chiude e riparte, trascinata da Leao e Tomori, simboli di una squadra giovane e vincente. Nei momenti importanti il Milan ha trovato la forza di reagire, e le tappe di un titolo meritato, conquistato ai danni dell’Inter sono tante e chiare nella testa di calciatori e tifosi.
Milan: tutte le tappe dello scudetto
Partenza a razzo per i rossoneri. Nove punti in tre partite, e primato con Roma e Napoli. Alla quarta il primo pari con la Juve, poi solo successi e un primo messaggio alle contendenti. Dopo 6 giornate il Napoli comanda la classifica a punteggio pieno, Milan due punti dietro, e più 2 sull’Inter. I messaggi per Pioli però sono positivi. Maignan cancella Donnarumma, Tonali cresce a dismisura, Leao inizia a mostrare qualità. Ibra segna, Kjaer e Tomori sono invalicabili, e alla nona giornata l’aggancio al Napoli è cosa fatta.
Inizia poi un periodo delicato. Vittoria alla Roma nell’11° turno, subito dopo pari nel derby con l’Inter, che inconsapevolmente diventa un risultato preziosissimo. Il duello col Napoli continua ma l’Inter insegue. Poi il calo. In due giornate, contro Fiorentina e Sassuolo, i rossoneri perdono terreno, ma Pioli cambia di nuovo tutto. È l’attesissimo scontro col Napoli nella 18a giornata a cambiare le carte in tavola. Dopo 5 minuti segna Elmas, al 90’ la Var cancella la gioia di Kessiè e la classifica parla chiaro. Inter 43, Napoli e Milan 38. Per tutti Inzaghi ha i mezzi per centrare il successo e fare il bis in campionato. Il Milan nei mesi successivi saluta la Champions, perde una partita clamorosa con lo Spezia, e pareggia con la Juve.
È fine gennaio, e nonostante il ko l’Inter non corre ed ha solo un punto di vantaggio sui rossoneri. La data che cambia il corso della storia è però il 5 febbraio. È il giorno del derby, i nerazzurri passano, ma Giroud ribalta tutto, e regala al Milan il vantaggio degli scontri diretti. Nella giornata successiva arriva il sorpasso. Il Milan batte la Samp, Napoli e Inter si dividono la posta in palio e Pioli trova conferme. Leao è una sentenza, e il ko di Kjaer, pesantissimo, rende Kalulu un titolare affidabilissimo.
La corsa finale
Alla ventisettesima il Milan pareggia con l’Udinese, il Napoli batte la Lazio e le squadre arrivano appaiate in testa alla classifica. C’è però una differenza. Pioli ha trovato la quadra, e nonostante due pareggi, alla 32esima giornata ha due punti di vantaggio sull’Inter. Il calendario favorevole ai nerazzurri non cambia nulla. Inzaghi perde col Bologna l’occasione per rimettersi in corsa, Pioli batte Fiorentina e Atalanta con uno stratosferico Leao e chiude i conti.
La cavalcata è incredibile. Dopo 11 anni dal magnifico scudetto di Allegri, Pioli fa spazio nella bacheca rossonera. È un titolo meritato, frutto del coraggio, della capacità di far fronte alle difficoltà, di un lavoro incredibile che fa esultare i tifosi, ora pronti a sognare in nuovo ciclo di successi.